Comunicato stampa del 22 settembre 2008
«Berlusconi vuol farsi gioco di noi?» Se lo chiedono i Rimpatriati dalla Libia dopo i vani tentativi di incontrare il Presidente del Consiglio già prima della firma dello “storico accordo” con la Libia, nel quale non si prevede alcun indennizzo economico per la confisca subita nel 1970.
Stanchi di aspettare una risposta da Berlusconi i Rimpatriati presidieranno Palazzo Chigi da domani 23 settembre e a oltranza, dalle ore 8 alle 22, con una staffetta di due persone, cui verrà dato il cambio ad intervalli regolari.
«E’ vero che siamo vecchi e stanchi dopo 38 anni di attesa – dice Giovanna Ortu, Presidente dell’Associazione Rimpatriati dalla Libia – ma grazie a Dio ancora in possesso delle nostre facoltà mentali, tanto da non poter essere imbrogliati da chi crede di far carta straccia dei nostri diritti, offrendoci in cambio il visto turistico per “tornare nella nostra Patria” o addirittura di sbarazzarsi di noi rispedendoci a vivere nei duecento complessi di edilizia abitativi che il Trattato prevede»
«Il Presidente del Consiglio, pur nell’ansia di concludere l’“accordo storico” con la Libia avrebbe dovuto far meglio i suoi conti, includendovi anche lo stanziamento per il nostro definitivo anche se tardivo indennizzo e soprattutto avrebbe dovuto darci un segno della sua considerazione e del suo rispetto, ricevendo una nostra delegazione come gli è stato richiesto direttamente con lettere, telefonate, telegrammi ed anche per l’autorevole tramite dei Ministri La Russa e Calderoli, del Sottosegretario Mantica, del Senatore Gasparri e dei nostri referenti diplomatici presso il MAE, cui va un sentito grazie.
Le precisazioni in Senato del Ministro Frattini – ha concluso la Ortu – circa la volontà del Governo italiano di indennizzarci ci hanno rincuorato ma non è lui che tiene i cordoni della borsa, vogliamo vedere i soldi stanziati per il nostro provvedimento, approvato in contemporanea con la ratifica del Trattato.»
Il turno inaugurale del picchetto, martedì 23 dalle ore 8 alle 11, sarà coperto da Giovanna Ortu e da Gabriella Marchino, nipote di quel Giacomo Marchino, che rappresentando la minoranza italiana alle Nazioni Unite, riuscì a garantirne i beni nella Libia indipendente.