Comunicato stampa del 4 giugno 2011
L’Associazione italiani rimpatriati dalla Libia ha appreso che ieri è stato profanato il cimitero italiano di Tripoli, che dopo decenni di abbandono, era stato restaurato ed inaugurato solo due anni fa dal sottosegretario Alfredo Mantica alla presenza di una delegazione dei Rimpatriati che si erano a lungo battuti per ottenere dalla Farnesina i fondi necessario.
<< E’ una notizia tristissima che dà un ulteriore segno della totale inciviltà di quanti ancora si ostinano a non abbandonare Muammar Gheddafi>> questo il commento di Giovanna Ortu Presidente dell’AIRL.
Il cimitero è stato parzialmente distrutto mentre è in corso il completamento del progetto con la traslazione ad Hammangi (così si chiama la località dove sorge il cimitero) delle salme tuttora sepolte nei villaggi grazie ai fondi messi a disposizione dal Fondo di Beneficenza della Banca Intesa Sanpaolo. Luigi Sillano che, per conto dell’associazione segue il progetto, confida che l’Istituto al quale era stata comunicata nel febbraio scorso la necessaria sospensione dell’iniziativa a seguito della rivolta in Libia, seguiterà a sostenerlo quando anche Tripoli sarà liberata. Sarà allora possibile riparare i danni fatti e quelli futuri qualora le frasi minacciose scritte sulle mura di recinzione della struttura dovessero tramutarsi nell’incendio totale del complesso.
Più gravi delle ingiurie ai morti sono tuttavia, a detta dei rimpatriati, le inaccettabile violenze sulla popolazione inerme; l’Associazione è attualmente impegnata nell’assistenza ai ribelli feriti
ricoverati al San Camillo di Roma e da lunedì si prenderà anche cura degli otto bimbi libici ricoverati insieme alle loro mamme al Bambino Gesù.