Il Sole 24Ore – 5 Luglio 2013
L’Italia prenderà sul serio la richiesta del presidente americano, Barack Obama, di svolgere un molo guida nella rinascita della Libia. Impegno ribadito ieri dal premier Enrico Letta al primo ministro libico Ali Zeidan nel corso di un vertice intergovernativo quasi tutto incentrato su politica e sicurezza.
Il nostro ministero della Difesa (che ha già formato circa 2.000 tra poliziotti e militari) addestrerà in Libia e in Italia altre 5.000 unità dell’Esercito e della Polizia, e collaborerà nella raccolta delle armi. Ma attende dalla controparte libica l’elenco dei soggetti interessati, tra cui molti miliziani ancora armati.
L’Italia, insieme alla Ue, sosterrà anche gli sforzi dei Tripoli per contrastare l’immigrazione clandestina e controllare le frontiere meridionali. Sul piano economico l’Italia vuole mantenere un molo da protagonista, non solo nel settore energetico. Da parte sua Zeidan ha garantito l’impegno del governo libico ad attuare il recente accordo sui crediti storici (per circa 233 milioni di dollari) vantati dalle aziende italiane mentre sono già in corso i pagamenti per i crediti del periodo a cavallo della rivoluzione (per circa 500 milioni di dollari).
Tutti gli occhi intanto sono puntati sulla riunione che si terrà l’8 luglio a Tripoli per la road-map istituzionale cui prenderanno parte ambasciatori e rappresentanti di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Turchia, Qatar, Emirati arabi e Nazioni Unite. A fine ottobre, quando la situazione politica sarà più chiara, Letta sarà a Tripoli per preparare la conferenza internazionale sull’assistenza alla Libia che si terra a Roma a dicembre.
Il premier italiano ha spiegato ieri che «il primo obiettivo della nostra collaborazione è la stabilizzazione delle istituzioni del governo libico e la possibilità che il lavoro di training e di costruzione di strumenti militari per il controllo dei confini possa trovare da parte italiana un aiuto e un sostegno».
Dopo l’incontro con Letta il premier libico ha partecipato a un’audizione delle commissioni Esteri del Parlamento. «Non siamo uno Stato normale – ha chiarito Zeidan – ma azzerato dalle istituzioni all’Esercito, alle infrastrutture e alle reti di comunicazione; vogliamo ricominciare tutto daccapo anche se le cose sono molto meglio di quanto temevo». Ai parlamentari italiani Zeidan ha dichiarato: «Non avete scelta, dovete aiutarci a gestire tutto questo».
Per l’immigrazione il responsabile del Viminale, Angelino Alfano, ha incontrato il ministro libico degli Esteri Mohamed Emhemmed Abdelaziz, che avrebbe confermato «la determinazione dell’autorità di Tripoli a un maggiore impegno nel controllo delle proprie coste al fine di evitare il ripetersi delle tragedie del mare».
Sul fronte economico Ali Zeidan e Letta hanno incontrato l’ad di Eni Paolo Scaroni. Alcuni mesi fa Scaroni aveva annunciato che l’Italia avrebbe ridotto progressivamente la sua dipendenza dalle fonti energetiche libiche dall’attuale 24% al 16%. «L’energia è un tema fondamentale – ha detto Letta – una buona cooperazione porterà sicuramente a risultati importanti». «La speranza – ha affermato Zeidan – e che le aziende italiane tornino da noi».
Gerardo Pelosi