Due giorni di battaglia, almeno cinque morti, le strade principali ancora bloccate da barricate. con I tank piazzati negli Incroci strategici, Tripoli ha rivissuto le ore della guerra civile del 2011 ma questa volta a scontrarsi sono le milizie che hanno partecipato assieme alia cacciata di Gheddafi e che in teoria appoggiano tutte Il governo di unità nazionale guidato da Fayez al Serraj. Una “unità” molto di facciata perché cresce il malcontento di una par te della fazioni, che si considera svantaggiata nella redistribuzione degli introiti petroliferi, e su questo malcontento soffia il generale Khalifa Haftar. L’ultimo episodio ha visto protagonista la Settima Brigata, o Al Kani, una formazione che risponde alla tribù dì Tarhouna, cittadina a 50 chilometri a Sucldella capita le libica. All’alba di lunedì i miliziani hanno lanciato una offensiva dai quartieri meridionali verso il centro della città e hanno sfondato i che check-point un’altra milizia, la Brigata rivoluzionaria di Tripoli, la “Trb” guidata dal signore della guerra Haithem Tajouri. L’avanzata è stata stoppata dall’intervento della 301esima Brigata, che fa capo a Misurata ed è la migliore forza a disposizione di Al Serraj. Gli scontri si sono allarga ti nei quartieri di Soug alJou ma, Khallar Furjan, Salahed-din. Il ministero della Salute ha proclamato lo stato di emergenza e stilato un bilancio di cinque morti e trentotto feriti. I miliziani di Tarhouna hanno poi accettato un cessate il fuoco proposto dal governo con il ministro dell’Interno Abdessalarn Ashour, ma sono rimasti sulle loro posizioni, In attesa di rinforzi. Ieri sera gli scontri erano terminati ma le Vie principali rimanevano bloccate. La zona Sud inaccessibile. Alla tribù di Tarhouna appartiene circa un quarto della popolazione di Tripoli, concentrata nei quartieri meridionali. I Tarhouna si sono schierati contro Gheddafi durante la rivoluzione ma ora si sono avvicinati ad Hafrar, Il generale non ha preso posizione ma sta muovendo le sue pedine. Fonti da Tripoli ieri sera riferivano che le milizie di Zintan, una città berbera ostile ad Al-Serra] e alleata con il generale, stava inviando-colonne di pick-up e blindati in aiuto ai miliziani di Tarhouna posizionati nel quartiere Qasr ben Ghashìr, «un punto da dove potrebbero lanciare un nuovo attacco». I ribelli aspettano un gesto da pane del governo, cioè il pagamento degli «stipendi arretrati. Ma non è detto che basti. La posta in gioco è molto più alta, Haftar e AlSerraj sono divisi anche sulla prossima conferenza sulla Libia che si terrà a Roma in autunno, e che il generale diserterà. L’uomo forte della Cirenaica punta a vincere le elezioni presidenziali che dovrebbero tenersi a dicembre. Per i territori che controlla, e le tribù che si sono schierate con lui, l’uomo forte delia Cirenaica, appoggiato da Francia ed Egitto, è favorito. Per questo vuole andare a tutti i costì al voto, mentre Al Serraj, e l’Italia, frenano. E se non potrà vincere la partita, ha già pronte le forze per un colpo di mano.