Turchia e Russia combattono in Libia una guerra per procura. Non è un segreto che Mosca appoggi l’offensiva del generale Haftar mentre Erdogan sia arrivato in soccorso del traballante GNA di Fayez El-Serraj. È noto anche che ci siano altri attori internazionali a supporto dell’una o dell’altra parte, ma Turchia e Russia hanno materialmente “poggiato gli stivali” sul suolo libico.
Accuse e mercenari
È naturale dunque assistere ad un reciproco scambio di accuse tra i sostenitori delle due potenze militari presenti sul suolo libico.
Secondo il sito Redressonline l’espansionismo turco si manifesta attraverso una soverchiante forza militare, anche nei confronti degli alleati dello GNA. Nell’attacco alla base aerea di Al-Watiya, ad esempio, a fronte di 250 uomini di Tripoli, le truppe turche hanno partecipato con una fregata navale, i droni Anka-S e Burkytar e circa 800 mercenari siriani.
I mercenari sembrano essere l’ago della bilancia della guerra in Libia. Il sito jamestown.org riferisce invece che per la Russia combattono “soldati e specialisti con esperienza di combattimento a Donbas e in Siria, presumibilmente associati alla compagnia militare privata denominata Gruppo Wagner”. Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha confermato la presenza di 800-1.200 mercenari Wagner in Libia. Secondo il presidente turco Erdogan, i combattenti Wagner in Libia sarebbero addirittura 20.00 oltre a 5.000 mercenari provenienti da Sudan, Niger e Ciad. Mosca ha ribattuto al rapporto Onu bollandolo come “principalmente basato su informazioni false o non dimostrate e destinato a screditare la Russia”.
Ambasciata d’Italia a Tripoli sotto attacco
Proprio grazie all’intervento dei turchi al fianco di Tripoli però, l’azione militare di Haftar, lanciata ad aprile 2019, sembra subire un duro colpo. Durante l’assedio di questi mesi alla capitale Tripoli, molti civili sono rimasti uccisi o feriti. La scorsa settimana un razzo di Haftar è caduto a pochi metri dalla sede della rappresentanza diplomatica italiana in Libia, retta dall’Ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi. Nessun danno ma molto spavento per un’escalation militare che sembrava portare dritta alla capitolazione del governo di Serraj, l’unico riconosciuto dalle Nazioni Unite.
GNA riconquista la città di Al-Asaba
Il fondamentale supporto militare di Erdogan è seguito alla firma di un memorandum con il governo di Tripoli del novembre 2019. Da allora, e soprattutto nelle ultime settimane, l’offensiva di Haftar sembra aver perso forza. La riconquista della base aerea di Al-Watija sembra essere stata lo spartiacque per ribaltare la situazione militare sul campo. Dopo aver liberato il corridoio occidentale che da Tripoli porta al confine tunisino, rompendo l’assedio, e aver guadagnato il sostegno delle città di Zintan e Mizda, le truppe lealiste del governo di accordo nazionale stanno riconquistando poco a poco le città della zona sud-ovest del Paese. L’ultima in ordine di tempo a capitolare è stata Al-Asaba mentre pochi giorni fa era toccato alle cittadine di Tiji e Badr.