Arwa Aboun, apprezzata fotografa di origine libica, è morta a Montreal, dove viveva, all’età di 38 anni. Le cause del decesso sono ancora sconosciute. Abouon era nata a Tripoli, nel 1982, da genitori Amazigh (Berberi). Suo padre emigrò con tutta la famiglia in Canada un anno dopo, temendo per i suoi figli. Era infatti in atto il reclutamento di giovani uomini da parte del regime di Muammar Gheddafi.
Un’identità biculturale, occidentale e musulmana
Arwa Abouon si era laureata in Belle Arti alla Concordia University di Montreal. Gran parte del suo lavoro è stato ispirato dai contrasti nella sua identità. Era infatti una canadese musulmana, un’emigrante a cavallo tra due continenti e una libica berbera.
Per questo, come riporta il sito The National, le sue fotografie erano spesso autobiografiche, per raccontare la sua identità occidentale e musulmana. Questo sdoppiamento le suggeriva l’uso di dittici, spesso con immagini al contrario. Esempi ne sono le opere “I’m Sorry / I Forgive You” e “Mirror Mirror Allah Allah, un doppio autoritratto.
Trait d’union tra culture
L’artista si dichiarava consapevole del ruolo di trait d’union tra le cultura occidentale e araba. “Le diverse giustapposizioni devono avere qualcosa a che fare con la mia identità biculturale”, spiegava in un intervista del 2016 alla rivista d’arte inglese IAM. Ad esempio, uso spesso i dittici perché questo è un modo per rappresentare entrambe le mie identità (Medio Oriente e Occidente) e riunirle alla fine come una sola. Questa tecnica mi ha permesso a volte di mettere insieme opposti. Essi lavorano insieme per mostrare con onestà un argomento a volte troppo difficile da spiegare a parole.”
Mostre in tutto il mondo, anche in Italia
Dal suo sito si scopre che Arwa Abuon ha tenuto la sua prima mostra personale a Dubai nel 2012. Successivamente ha esposto in Kuwait e a Londra. Inoltre ha partecipato a dozzine di mostre e fiere d’arte in tutto il mondo. In Italia Luciano Benetton l’ha ospitata nel suo progetto Imago Mundi.
“Sahara: What is Written Will Remain – si legge su Il Corriere della Sera – è un ritratto composito dell’Africa, un volto sorprendente che ignora romanticismo e folclore e si concentra sul linguaggio. Le opere di Imago Mundi sono una finestra aperta sulla libertà, semplicemente. In un’umanità dove le sovrastrutture e le convenzioni sono destinate a perdere terreno. Ne è simbolo il gesto di affetto tra i due sposi di Arwa Abouon, simmetrico, reciproco, egualitario.”
Libia fonte di ispirazione
Malgrado vivesse in Canada, il rapporto con la Libia è sempre stato la sua fonte di ispirazione. Ancora dal sito di Arwa Abouon: “Sempre ispirato dalla Libia, Alhamdullilah. (I libici hanno molto da offrire in questo mondo – fai amicizia con uno di loro oggi).” E ancora: “Stai cercando di salvare un altro mondo e un altro mondo, cercando di salvare il tuo”.
Il cordoglio del mondo dell’arte
Diversi i messaggi di cordoglio per la sua morte prematura.
“La Libia ha perso uno dei suoi migliori artisti contemporanei”, ha scritto su Twitter l’artista concettuale libico Tewa Barnosa.
“Una giovane e talentuosa artista di Montreal, che ha trovato il modo di esplorare la sua identità plurale con la massima grazia e raffinatezza” Scrive invece il Montreal Museum of Fine Arts “Attingendo alla propria esperienza, ha esaminato le sfide che le donne affrontano in una società multiculturale, sia come musulmana che vive in Occidente sia come membro attivo della comunità libica in Quebec. Ha celebrato il ruolo delle donne nella cultura islamica, in cui sono viste come portatrici essenziali di saggezza.”
Daniele Lombardi, classe 1973, è giornalista, scrittore e grafico. Direttore responsabile della rivista “Italiani di Libia”. Ha scritto il saggio “Profughi. Dai campi agricoli della Libia ai campi di accoglienza in Italia” e il noir “La confraternita del lupo”. Ha collaborato con ANSA, Notizie Verdi, Quotidiano della Sera e altre testate locali. Ha fondato Scriptalab, agenzia di comunicazione divulgativa e editing per le aziende. Laureato in Sociologia Politica, ha un master in critica giornalistica conseguito presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.