Pubblicato su Italiani di Libia 2-2019

 

Abbiamo già scritto della famiglia del Generale della Guardia di Finanza in pensione Corradino Corrado, nativo di Misurata, in due articoli di qualche anno fa.

Il padre Luigi – oltre ad essere stato fiduciario del grande poeta Gabriele D’Annunzio, che lo volle Comandante della Legione del Carnaro a Zara nel 1919 – fu più volte di stanza in Libia: prima partecipando alla guerra italo-turca del 1911-1912; successivamente, dal 1923 al 1929, fu capitano a Garian, sovraintendendo la turbolenta zona del Grande Gebel e del Fezzan e a Tripoli, nell’ufficio dell’allora Governatore De Bono; infine, dal 1932 al 1937 a Bengasi e poi Misurata e Zavia, città nelle quali nacquero, rispettivamente, i figli Corradino e Rosalba. Trasferito in Eritrea e catturato nel 1941, due anni dopo Luigi e la sua famiglia, tra cui il piccolo Corradino di 7 anni, venne rimpatriato in Italia sulla “nave bianca” ospedaliera Caio Duilio.

I finanzieri scaricano le casse di LTE

I finanzieri scaricano le casse di LTE

Il Generale Corradino Corrado, con gesto apprezzato, ogni anno ci fa dono del calendario storico del Corpo della Guardia di Finanza. In quello del 2019, è riportato un episodio che lo riguarda direttamente e testimonia come la fierezza e lo spirito di corpo si siano trasmessi di padre in figlio: “Nel mese di ottobre del calendario illustrato – spiega egli stesso – si descrive la cattura della nave-madre Panagiotis K in cui, unitamente ai miei uomini, fui il primo, nell’arrembaggio, a salire sulla nave contrabbandiere schivando, per pochi centimetri, un razzo di pistola per segnalazione Very da 25 mm, sparatomi dal comandante greco”.

Il sequestro della Panagiotis K

Il sequestro della Panagiotis K

L’episodio è riportato con dovizia di particolari nell’almanacco. Il 14 ottobre 1977, nelle acque dell’isola di Ponza, in provincia di Latina, venne avvistata dagli elicotteri della Guardia di Finanza di Pratica di Mare una nave, battente bandiera greca, ai cui lati erano fermi parecchi motoscafi; l’attività era evidente: il trasbordo di sigarette di contrabbando.

Il contrasto di tale commercio è una delle missioni principali della Guardia di Finanza: il contrabbando di sigarette è nato con gli “spalloni” di terra che le importavano illecitamente in Italia in bricolle portate sulle spalle (da cui il nome) e si è evoluto sfruttando la frontiera marittima, con l’utilizzo di motoscafi ed altri mezzi particolarmente veloci per evitare la cattura.

Quel pomeriggio d’autunno di quarant’anni fa vi fu una strenua battaglia tra gli uomini della Finanza, i motoscafi che compivano spericolati movimenti in acqua per impedire l’avvicinamento alla Panagiotis K e l’equipaggio della stessa nave che arrivò a mitragliare i finanzieri per ostacolare l’abbordaggio.

I finanzieri scaricano le casse di LTE

I finanzieri scaricano le casse di LTE

Abbordaggio che riuscì solo a tarda sera e fu proprio Corradino Corrado a salire eroicamente per primo nel tratto di coperta dell’imbarcazione greca, incurante dei contrabbandieri che lì si erano concentrati per bloccare la manovra, “brandendo scuri, bastoni ed altre armi improprie e lanciando rudimentali torce infuocate”. Dopo qualche minuto di apparente calma, per soccorrere e portare in salvo uno dei banditi feriti, gli scontri continuarono ancor più violentemente finché i militari, armi in pugno, riuscirono ad avere la meglio sui criminali.

Il bilancio dell’operazione, alla quale brillantemente partecipò il Generale Corradino Corrado da Misurata,  si concluse con il sequestro della nave-madre, di uno dei motoscafi e di ben 22,5 tonnellate di TLE (Tabacchi Lavorati Esteri) e con l’arresto di 8 persone, responsabili di contrabbando pluriaggravato nonché di associazione per delinquere.

 

Di Daniele Lombardi