Si è concluso ieri a Tunisi (dal 25 al 28 gennaio) il primo di una serie di incontri che si svolgeranno nei prossimi due anni tra sindaci e dirigenti comunali italiani e libici, nell’ambito del programma di cooperazione italo-libica Capacity Development of Libyan Central and Local Authorities for Improved Service Delivery. L’accordo tra l’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e l’Aics (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) nasce con lo scopo di avviare una nuova e positiva fase per favorire gli enti amministrativi locali libici in questo particolare momento storico vissuto dal paese nordafricano. La firma della Convenzione si colloca nella sfera dell’iniziativa dedicata al “Rafforzamento delle capacità di gestione delle autorità libiche per migliorare i servizi di base” e ha ricevuto un finanziamento di 3.5 milioni di euro da parte della Direzione Generale per gli Affari Politici del Ministero degli Affari Esteri.

L’iniziativa sarà condotta lungo due componenti principali. La prima, dedicata alla formazione e al rafforzamento delle capacità dei funzionari municipali libici, si concentrerà sui servizi anagrafici, patrimoniali e di gestione del bilancio; la seconda componente fornirà equipaggiamenti software e hardware, necessari per il buon funzionamento degli uffici pubblici libici. I funzionari pubblici libici avranno così la possibilità di partecipare ad alcuni seminari, organizzati dall’Anci, che si svolgeranno tra Libia (se la situazione lo permetterà), Tunisia e Italia e che permetteranno uno scambio di informazioni e buone pratiche con l’intento di migliorare i servizi rivolti ai cittadini. In questa attività saranno inizialmente coinvolti circa 120 funzionari provenienti da 23 municipalità libiche distribuite geograficamente su tutto il territorio, tra queste: Bani Walid; Beida; Bengasi; Garabulli; Ghat e Tahala; Khoms; Kufra; Misurata; Murzuq; Qatrum; Sabrata; Sebha; Shawerif; Sorman; Tobruk; Zawya; Zintan; ecc. Il programma si propone di trasferire competenze e dotare degli strumenti necessari le municipalità libiche per consentire ai cittadini un accesso agevolato ai servizi essenziali. L’iniziativa si inquadra in una strategia per il buon governo volta allo sviluppo di meccanismi di coordinamento tra le istituzioni locali, le autorità centrali e le organizzazioni della società civile.

Anci Tunisi

Il programma ha l’obiettivo di rafforzare l’apparato amministrativo delle municipalità libiche coinvolte per migliorare l’erogazione dei servizi di base per tutti i cittadini, favorire il dialogo e la collaborazione tra amministrazioni e comunità locali libiche e italiane e condividere l’esperienza dell’associazionismo. L’evento è stato aperto con l’intervento dell’Ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, che ha sottolineato l’importanza dell’associazionismo italiano come mezzo per la promozione dell’interconnessione tra i due popoli e i loro rappresentanti, evidenziando come “i Comuni sono l’istituzione nella quale più si riconoscono i cittadini, il fronte dell’amministrazione a loro più vicino, sono luogo di aggregazione e di partecipazione”. Secondo l’Ambasciatore italiano, “questo programma vuole essere un momento di incontro, tra esperienze locali con esigenze diverse, per favorire una collaborazione proficua che possa concorrere a migliorare l’erogazione dei servizi ai cittadini di tutta la Libia”. Oltre al diplomatico italiano, presenti il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci Enzo Bianco, il direttore della sede regionale Aics di Tunisi, competente per Tunisia, Libia, Marocco e Algeria, Andrea Senatori, la vice sindaca del Comune di Rimini, Gloria Lisi, l’assessora Francesca Benciolini del Comune di Padova e alcuni rappresentanti del Ministero del Governo libico e della Commissione centrale per le elezioni municipali (Ccme) libici. In videoconferenza sono intervenuti anche i sindaci di Parma e Palermo. Nelle successive tavole rotonde, in cui saranno approfonditi temi della governance locale, parteciperanno gli altri esponenti italiani dei diversi comuni coinvolti.

Buccino

Come ha detto bene Santori, “il rafforzamento del buon governo e della democrazia richiedono il sostegno diretto alle istituzioni nazionali e locali, a reti sociali e alle organizzazioni della società civile”. La cooperazione italiana mira a favorire la stabilizzazione in aree di crisi come nel caso libico, sostenendo interventi rivolti alla promozione della pace. In tale ottica, si inseriscono anche la volontà e le attività dell’Associazione Italiani di Libia, diretta allo sviluppo delle relazioni interculturali tra i due paesi mediante le proprie iniziative – focalizzate su formazione, educazione ed informazione – che avranno come unico obiettivo la rinascita di quel dialogo mai del tutto spento tra italiani e libici. Anche l’Ambasciatore Pasquale Ferrara, Inviato Speciale per il Ministro degli Esteri italiano in Libia, ho voluto confermare l’importanza del coinvolgimento di tutte le parti sociali nel dialogo con il popolo libico: “Contiamo sugli italiani che hanno vissuto in quel paese, perché la Libia per l’Italia deve essere uno sforzo corale e tutte le componenti sono fondamentali, non basta solo quella governativa”.

Sul fronte politico nazionale, il processo politico continua ad avanzare lentamente dopo il cessate il fuoco raggiunto tra le due parti rivali lo scorso 23 ottobre a Ginevra, sotto il patrocinio delle Nazioni Unite. Ieri, 28 gennaio, sono scaduti i termini per le candidature delle posizioni esecutive del prossimo governo: il presidente e i due vice del nuovo Consiglio presidenziale “ristretto” a tre membri (ognuno in rappresentanza delle regioni del paese: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan), oltre al premier del nuovo Governo di unità nazionale. Intanto, oggi Stephane Williams arriverà a Ginevra per un round decisivo di colloqui intra-libici, che dovrebbero sfociare nella creazione di un nuovo esecutivo unificato temporaneo, ricordando a tutti i potenziali candidati che le alte cariche hanno alte responsabilità condivise.