Il programma Women and Foreign Policy del think-tank statunitense Council on Foreign Relations ha intervistato cinque attiviste libiche impegnate in programmi per la pace al fine di capire come le donne libiche hanno contribuito al processo di pace e come la comunità internazionale può sostenerle oggi nelle loro attività. Di seguito un’anteprima dell’articolo.

In che modo le donne hanno partecipato formalmente e informalmente al processo di pace libico e agli sforzi di costruzione della pace? Quante donne ci sono al tavolo delle trattative?

Lamees : Ero un membro della società civile prima di entrare a far parte del Forum di dialogo politico libico (Lpdf) e ho lavorato molto sulla mediazione e sulla riconciliazione. Come mediatrici, abbiamo ottenuto molto successo, in particolare a livello locale, dove ci sono molte storie di donne che cercano di riunire parti diverse. Prima del Lpdf, durante gli incontri formali le donne venivano escluse dal tavolo dei negoziati e noi sostenevamo proprio l’inclusione di genere, ma sfortunatamente i risultati erano negativi. Solo promesse. Devo rendere omaggio a Stephanie Williams (ex rappresentante speciale ad interim del segretario generale per la Libia), che ha incluso circa il 23 % delle donne al tavolo dei negoziati.

Lubna: Dopo la caduta del regime, eravamo disorganizzati e non sapevamo come operare formalmente nella società civile. In veste non ufficiale, abbiamo lavorato duramente e costantemente. Quando è iniziata la guerra, le donne hanno sempre cercato di portare tutte le parti in causa. Fu a quel punto, a livello locale, che le donne diventarono parte di questi sforzi. Al tavolo dei negoziati di Skhirat c’erano solo uomini, e le donne, nonostante fossero presenti dall’inizio, erano messe da parte. Non è stato facile per le donne libiche, a causa delle pressioni della società conservatrice: ricordiamo l’assassinio della politica Fariha Barkaouie e recentemente anche quello dell’avvocatessa Hanan Al-Barassi. Gli ultimi negoziati non sono stati all’altezza delle nostre aspirazioni. Tuttavia, siamo felici che ore le donne abbiano una presenza più attiva.

Che tipo di supporto è necessario per sostenere le donne libiche?

Lamees: Il Lpdf è stato un successo e siamo riusciti a creare una tabella di marcia, ma ora, sfortunatamente, si sta tornando indietro. Non stiamo facendo ciò che dovremmo fare, ovvero seguire il programma fissato. Abbiamo bisogno del sostegno della comunità internazionale, abbiamo bisogno di più sostegno delle Nazioni Unite.

 

Per l’articolo completo vi rimandiamo al seguente link: https://www.cfr.org/blog/five-questions-libyan-women-leaders