Rallenta ulteriormente il cammino che dovrebbe portare alle elezioni programmate per il prossimo 24 dicembre in Libia. Come riportano Agenzia Nova e le principali testate locali, la Camera dei Rappresentanti (HoR) con sede a Tobruk, nella regione orientale del paese, ha approvato oggi un voto di sfiducia al Governo di unità nazionale (Gnu).

Durante la sessione a porte chiuse, 89 deputati sui 113 presenti hanno votato a favore del ritiro della fiducia all’Esecutivo, eletto nell’ambito del Libyan Political Dialogue Forum a Ginevra, e al primo ministro ad interim Abdul Hamid Dabaiba, quando ormai mancano solo tre mesi alla tornata elettorale di fine anno. Ad annunciarlo il portavoce del Parlamento  Abdalla Belheeg. L’Alto Consiglio di Stato (HCS) ha immediatamente respinto la revoca della fiducia al Gnu per violazione della dichiarazione costituzionale e dell’Accordo politico libico (LPA) del 2015.

La mossa è arrivata dopo che il presidente dell’HoR, Aaguila Saleh, qualche settimana fa ha ratificato una controversa legge elettorale che consente lo svolgimento delle elezioni programmate. L’HCS ha affermato che Saleh ha spinto unilateralmente la legge utilizzando poteri che non possedeva per “ostacolare le prossime elezioni emanando deliberatamente una legge viziata”. Viste le gravi difficoltà, nelle scorse ore, il presidente dell’HCS, Khaled al-Meshri, ha chiesto il rinvio di un anno delle elezioni presidenziali. Secondo il politico misuratino, il voto presidenziale “al momento non porterebbe stabilità in Libia”. Al-Meshri propone come data per le elezioni parlamentari il 24 dicembre, così come concordato durante i colloqui delle Nazioni Unite, ma suggerisce di posticipare di un anno quelle presidenziali al fine di raggiungere un accordo su una nuova costituzione prima di fissare una data per il voto.

Intanto, il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ieri a Reuters, ha riferito che la Francia ospiterà una conferenza internazionale sulla Libia nelle prime settimane di novembre.