Nella giornata di ieri, 12 Dicembre, la Consigliera speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SASG) per la Libia, Stephanie Williams, è arrivata nella capitale libica. Come annunciato dall’Unsmil (Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia), la Williams guiderà gli sforzi di mediazione tra gli attori libici, regionali e internazionali per perseguire l’attuazione del programma politico e sostenere attivamente lo svolgimento delle elezioni delle prossime settimane.
Le ambasciate di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno accolto calorosamente l’arrivo della Williams a Tripoli. Anche la missione diplomatica dell’UE ha accolto con favore il ritorno della diplomatica statunitense attraverso le parole di Jose Sabadell: “Condividiamo pienamente la necessità di mantenere lo slancio per le elezioni e il sostegno all’Alta Commissione Elettorale (Hnec). I libici hanno sofferto abbastanza a causa di conflitti, frammentazione e divisione, meritano l’opportunità di scegliere i loro leader attraverso le urne. Non vedo l’ora di lavorare con Stephanie Williams”.
La diplomatica onusiana conosce molto bene il dossier libico avendo guidato la missione dell’Onu nell’arco temporale tra le dimissioni dell’allora inviato speciale Ghassan Salamé e l’arrivo del successore Jan Kubis. La Williams avrà il duro compito di gestire molto probabilmente il rinvio delle elezioni. Ad oggi sembrano non esistere più i tempi tecnici per lo svolgimento delle presidenziali il prossimo 24 Dicembre. Nonostante la battaglia dei ricorsi sia finita, l’Hnec non ha ancora reso pubblica la lista ufficiale dei candidati che dovranno sfidarsi alle urne, conseguentemente non esiste il tempo necessario (due settimane) per la campagna elettorale dei candidati.
In un’intervista concessa ad Agenzia Nova qualche mese fa, la Williams aveva voluto sottolineare come la stabilità del paese nordafricano deve ricercarsi attraverso un dialogo tra le parti che sia in grdo di comprendere non solo la sfera politica, ma anche quella economica-finanziaria: “ciò che rende la crisi libica unica è che si tratta fondamentalmente di un conflitto per l’accesso e il controllo delle risorse. Questo è esattamente il motivo per cui abbiamo messo il percorso economico e finanziario allo stesso livello dei percorsi politico e militare. Questo è il fattore chiave sotto-traccia del conflitto”.