Il volume (edito da Albatros) racconta le vicissitudini delle quattro generazioni della famiglia Rallo, legate in particolar modo alla Sicilia e alla Libia. Nello specifico l’autore ripercorre le esperienze a Favignana, ma anche a Siracusa, Marsala,le isole Egadi, fino ad arrivare al litorale laziale ed in Toscana.
La storia inizia dagli anni 60 dell’800 fino ad arrivare al 1970, anno della cacciata della comunità italiana dalla Libia, loro terra natia. Come lo stesso autore scrive nella sua prefazione al volume “Quello dei profughi di Libia è stato un dramma umano e civile molto importante che oggi purtroppo è sconosciuto ai più in Italia, perché negli anni vi è stata una rimozione pressoché totale del fatto storico. Per comprendere meglio questo dramma, sono partito da Favignana, dalle radici e dalla storia della mia famiglia,una delle tante che nei primi anni del ‘900 ha lasciato, la patria, la propria terra ed i pochi beni per inseguire un sogno”.
In uno scenario storico difficile, variegato e tumultuoso,il Professor Rallo inquadra i fatti legati alla sua famiglia all’interno della storia italiana tra le guerre mondiali, della colonizzazione fascista della Tripolitania,arrivando agli anni che stravolsero il paese nord africano, da una parte con la scoperta del petrolio , e dall’altra alcuni anni dopo con il colpo di stato del colonnello Mu’ammar Gheddafi.
Il libro si snoda tra racconti e ricordi, talvolta anche di finzione, e si rivive insieme all’autore la gioia e la tristezza di quegli anni, grazie alle parole ma anche ai profumi e le sensazioni che si provano capitolo dopo capitolo.
Con la scrittura si elaborano ricordi, aneddoti e verità ma si può anche raccontare la storia di rivincita di una famiglia, come tante altre, alla quale è stato tolto tutto, ma che ha saputo, con determinazione ed ambizione,reinventarsi nuovamente ed affrontare la vita ed il futuro, senza annaspare. Come lo stesso Francesco Rallo, padre dell’autore, evidenzia “ i giunchi vengono piegati dalla furia del vento e dell’acqua,ma passata la tempesta si rialzano”.
Ginevra La Rosa