Il 13 novembre scorso il Vescovo di Tripoli, George Bugeja, alla presenza, tra gli altri, dell’Ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi e dei rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia in Libia, ha commemorato i defunti che riposano nel Sacrario del Cimitero Monumentale di Hammangi, nella capitale libica.
Il Cimitero di Hammangi, come si ricorderà, è rinato circa due anni fa. Dopo una serie di atti vandalici contro tombe e cappelle negli anni post rivoluzione, la nostra Ambasciata in Libia, grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è riuscita “per l’ennesima volta” – l’AIRL si è presa cura più volte del restauro del cimitero e si era anche interessata per una possibile traslazione di tutte le salme in Italia – a portare a termine i lavori di ristrutturazione volti a garantire un degno riposo ai nostri connazionali che lì hanno perso la vita e a riaprire i cancelli il 7 ottobre del 2020.
Hammangi era nato come sacrario militare su progetto dell’architetto Paolo Caccia Dominioni, lo stesso che costruì il cimitero di El Alamein. Si trova su un terreno donato all’Italia dal re di Libia, Idriss al-Senussi, nel 1954.