Gli ultimi mesi hanno visto diverse città libiche, da Tripoli e Bengasi, essere protagoniste di una campagna di restauri e manutenzioni col fine di migliorare il contesto visivo e urbano di questi centri. E’ in corso, infatti, una intensa attività volta all’ammodernamento dei centri urbani: dalla pavimentazione delle strade e dei vicoli dei centri storici alla tinteggiatura dei muri  per finire alla manutenzione  dei tubi di scolo, e così via. Il tutto per trasformarle in mete turistiche  e commerciali, così come tanti altre città nel mondo. A Tripoli, ad esempio, si sta lavorando sulla Città Vecchia: l’apertura della Piazza Mariam, che in passato veniva chiamata Wasa’iat i Mariam, va in questa direzione. Tale piazza era collegata alla Chiesa di S. Maria degli Angeli che, fino al novembre del 1928, è stata la Cattedrale di Tripoli, per poi cedere il suo titolo al tempio del Sacro Cuore di Gesù.

La Chiesa di Santa Maria rimase chiusa dal 1970 fino al 2022, quando il progetto di sistemazione e gestione del centro storico la trasformò in una sala di esposizione di opere d’arte (Dar Artist Muhammad Ali Lagha), focalizzata sul primo pittore della storia della Libia dalla seconda epoca ottomana, Muhammad Ali Laga. Da febbraio una parte dell’edificio ha ripreso le funzioni di chiesa, dedicata alle piccole comunità di cristiani stranieri europei e africani residenti o operanti nella capitale, mentre la restante parte continua ad essere centro museale. La piazza della Madonna era conosciuta per diversi monumenti storici, i più importanti dei quali edificati a partire dalla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento. Tra questi, spiccano la Farmacia Economica, che dopo circa un secolo si trasformò in associazione di consumatori, e la Chiesa di Al-Raqiq, così chiamata in passato, che era la cattedrale ortodossa della comunità greca tripolina sin dai tempi degli ottomani. Sempre ad Al-Wasaya si trova la Prigione turca, costruita durante il regno di Othman Pasha Saqzli nel 1664 d.C., costruita per i prigionieri di guerre marittime e invasori che sbarcavano sulle coste di Tripoli. Lo stesso edificio veniva chiamato San Michele Bath o Prigione spagnola-Al Hammam dagli europei.

Successivamente, è stato trasformato in residenza privata per il Console di Spagna nel West Tripoli Eyalet, per poi diventare parte di un istituto scolastico per i maschi sorvegliati dalla Missione Cattolica. Nel 2009 è diventato un centro per la cultura infantile con il nome Abdullah Christa House for Child Culture (Biblioteca Tripoli). Sono diversi gli edifici che nel tempo si sono stati trasformati a seconda degli interessi e delle necessità dei diversi governi che sono passati per il Paese. In generale, l’antica città di Tripoli, oltre ad essere un centro mediterraneo con vista diretta sul mare, contiene un gran numero di edifici archeologici e storici, la maggior parte dei quali risale agli ultimi 500 anni: periodo ottomano, caramanli e italiano. Passeggiando per le strade della capitale troviamo moschee, scuole, archi, vicoli, hotel, sinagoghe, chiese, ex edifici governativi consolati di tutte le rappresentanze diplomatiche presenti oggi in Libia e di rappresentanze passate. Tutto questo, oggi, deve essere valorizzato per il bene dei cittadini. Il Paese deve rinascere e con esso tutte le città che meritano di stare nella vetrine internazionale.

Souad Khalil