Articolo pubblicato su Italiani di Libia 2-2023

Sul finire degli anni ’50, nella Libia di Re Idris-el-Awal (1951-69) l’estrazione del petrolio era solo all’inizio, e l’agricoltura costituiva un “bene primario” per l’economia del Paese, come al tempo della colonia italiana (1911 -1943). Allora, per recarmi al lavoro al Ministero dell’Agricoltura di Sidi El-Masri, percorrevo via 24 Dicembre (data storica del’indipendenza, 1951), da Maidan Ashiuhada  (Piazza dei Martiri, ex Piazza Italia) verso la periferia della città di Tripoli fino a Bab Ben-Gashir (Porta Ben Gascir), dove partivano le strade per due direzioni: una conduceva all’aeroporto di Gasr Ben Gashir (Castello Ben Gascir), distante 25 Km nell’entroterra, per poi proseguire verso sud fino a Tarhuna e Beni Walid; l’altra segnava l’imbocco della Via Balbia, completata nel 1935-37 dall’allora Governatore Italo Balbo lungo la litoranea dal confine tunisino a quello egiziano per 1822 km. Questa seconda direzione (Via Balbia) iniziava a Bab Ben Gashir e puntava ad est verso Gasr Garabulli, Homs e Misurata, per poi proseguire per Sirte, ed oltre passando sotto l’Arco dei Fileni (Ras Lanuf) che introduceva in Cirenaica, fino a Bengasi, Barce, Tobruk, per finire al confine egiziano.

In questo tratto iniziale della Via Balbia, fiancheggiato dagli eucalipti, a tre Km da Bab Ben Gashir nella località che prendeva il nome dalla tomba del venerato marabutto (santone) “Sidi El-Masri”, c’era la sede del Ministero dell’Agricoltura, insediato nel 1951 nell’aria agricola dell’Istituto Sperimentale Agrario e Zootecnico esteso su 80 e fondato nel 1914 dal Ministro delle Colonie, Pietro Bertolini, per dare un supporto tecnico al piano di sviluppo agricolo in Libia. A dimostrazione dell’importanza del progetto, l’Istituto Agrario era ripartito in specifici Dipartimenti gestiti da personale competente:  Agricoltura Generale, Chimica e Tecnologia Agraria, Biologia e Genetica vegetali, Zootecnia, Geologia ed Entomologia agrarie, Fitopatologia, Economia Agraria, Biblioteca. Nella stessa area di Sidi El-Masri, per motivi logistici (posizione) e di affinità (agricoltura), nel 1933 su desiderio espresso dal Vescovo di Tripoli, Mons. Giacinto Tonizza, esaudito dal Governatore Pietro Badoglio (1929-34), fu aperta una Scuola Agraria per orfanelli, intitolata a Sofia Badoglio, assegnata per la conduzione e l’insegnamento agli esperti Padri Giuseppini del Murialdo (Torino), noti per le loro missioni umanitarie, e ad assistere gli orfanelli furono chiamate le Suore di clausura “Clarisse”, sostituite nel 1936 dalle suore Elisabettine. Alla data dell’insediamento del Ministero dell’Agricoltura (1951), della scuola a Sidi Al-Masri erano rimaste poche tracce negli edifici del Dipartimento di Zootecnia, dove la scuola stessa aveva operato fino al 1938. Non era stata la prima missione in Libia dei Padri Giuseppini del Murialdo, che già nel 1904 avevano fondato una “Colonia Agricola” per orfanelli a Bengasi, conclusasi nel 1922.

All’inizio degli anni ’20, quando era Governatore della Tripolitania Giuseppe Volpi (1921-25), l’Istituto Sperimentale Agrario aveva già trasformato gli 80 Ha di terra assegnati nel 1914 , in un rigogliosa “Azienda Agricola” coltivata, dove era possibile trovare attorno all’edificio dell’Istituto, il bosco di odorose conifere misto alle acacie infiorate di mimose a primavera, i campi di sempreverdi ulivi, gli agrumeti carichi di profumate “zagare” (fiori d’arancio), e in autunno di arance, pompelmi e mandarini, piante da frutto come, mele, pere, pesche, fichi, mandorli, e infine ortaggi. Nell’area zootecnica sita all’estremità est dell’azienda, oltre agli uffici, c’erano le stalle dei bovini ed ovicaprini ed i recinti degli equini, gazzelle e uaddan, gabbie di variopinti pavoni e falchi reali, cuccioli di ghepardo allevati e poi liberati nel loro habitat. Il tutto contornato da curate aiuole di colorati fiori favoriti dal clima e irrigazione.

Nei primi anni di vita dell’Istituto, a garanzia delle aspettative nella zootecnia, il Ministro delle Colonie ne affidò la “consulenza” all’esperto Prof. Francesco Tucci, direttore dell’Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia (Palermo). Il vanto della zootecnia erano i cavalli di razza araba, famosi nel  mondo per la  grazia delle forme e l’elevata velocità nella corsa. L’Istituto Sperimentale Agrario e Zootecnico di Sidi El-Masri, ha operato dalla  fondazione nel 1914 fino al 1940, e dopo la pausa della guerra nel Nordafrica (1940-43), ha continuato sotto la British Military Administration (BMA). All’indipendenza della Libia nel 1951, il Ministro dell’Agricoltura Mohamed Bey Derna (studi alla Facoltà Agraria di BO) insediato negli uffici dell’Istituto Agrario di Sidi El-Masri trasformati in Ministero dell’Agricoltura, aveva con- fermato a capo dei Dipartimenti i responsabili italiani ancora in carica, garanti del prose- giumento dei buoni risultati conseguiti nel passato e dell’affidabile preparazione dei futuri “dirigenti” libici. L’Istituto prima ed il successivo Ministero dell’Agricoltura, nei 55 anni dalla fondazione alla fine del Regno di Re Idris-el-Awal (1914-69) destituito dalla Giamahiria (Repubblica) Araba Libica, hanno divulgato le scelte colturali e le selezioni zootecniche sperimentate nei campi e nelle stalle di Sidi El-Masri, nelle aree agricole della Libia in funzione dei terreni, risorse idriche e clima. Ne hanno usufruito nel periodo coloniale e post coloniale, le 840 aziende agricole (concessioni) degli Italiani e i 4.000 poderi dei 25 Comprensori Agricoli assegnati ai coloni italiani ed 8 ai contadini libici realizzati dall’Ente di Colonizzazione della Libia (ECL) operativo fino al passaggio delle funzioni al Governo libico. Inoltre, ne han- no usufruito i piccoli appezzamenti agricoli a conduzione familiare dei Libici, concentrati prevalentemente nelle oasi lungo la costa e nell’entroterra, dove le condizioni climatiche e la presenza di riserve d’acqua poco profonde, sollevate nei pozzi arabi con il traino degli asini, consentivano all’ombra delle palme la coltivazione di floridi giardini (suani),essenziali al sostentamento degli abitanti e dei loro animali domestici, le eccedenze finivano al mercato.

Fuori dalle oasi, i dromedari utili alle carovane, le greggi e le mandrie affidate ai pastori nomadi, vagavano alla ricerca di pascoli nelle estensioni demaniali della fascia costiera beneficiata dalle piogge, nella steppa siccitosa dell’entroterra e nei letti dei torrenti (udian), asciutti d’estate e bagnati da scarse piogge d’inverno che consentivano la crescita di cespugli ed erbe adeguate al pascolo. I pozzi (abiar) degli estesi aridi territori dell’entroterra segnati sulle mappe, fornivano acqua ai nomadi e beduini, l’abbeverata alle loro greggi, alle mandrie bovine e ai dromedari. L’uso parsimonioso dell’acqua sollevata a mano con le funi nei pozzi comuni citati, era rispettato dai pastori nomadi e dai beduini: non c’era spreco. Nei primi anni di lavoro al Ministero dell’Agricoltura di Sidi El-Masri (1958-70), ho conosciuto i funzionari italiani provenienti dall’Istituto Sperimentale Agrario e Zootecnico coloniale confermati dal Ministro dell’Agricoltura dopo l’indipendenza, che maturata la pensione sono rimpatriati all’inizio degli  anni ’60.

A distanza di 50 anni, ho ritenuto che meritassero di essere ricordati, poiché nello specifico settore agricolo di primaria importanza di quel tempo, hanno costituito in Libia l’anello di congiunzione dal passato al presente.Il “passato” inteso come periodo della colonizzazione agricola (1914-1940) e quello successivo sotto la British Military Administration (BMA 1943-51), il “presente” come periodo di transizione (1951-60) in cui la Libia indipendente si organizzava e si formavano i tecnici agricoli libici. La transizione graduale dal passato al presente, fu gestita dal ministro dell’’Agricoltura Mohamed Bey Derna, (presenza alla Facoltà di Agraria di BO). Al tal fine, il Ministero dell’Agrcoltura fu ripartito secondo le esigenze in cinque Dipartimenti: Orticoltura e Fitopatologia (Agricoltura Generale), affidato al Dr. Rolando Guidotti e al Dr. Vitale Di Cairano che alla loro partenza vi lasciarono a capo il giovane Yusef Mecchi; Bonifica e Riforma Agraria guidata dal Dr. Nubole Casadio, alla cui partenza data la dimensione delle aree e la disponibilità di nuove risorse economiche, subentrò l’Ente della “National Agricultural Settlement Authority” (NASA); la Zootecnia affidata al Dr. Vincenzo Bianchini passò al suo vice Mohamed Gered; il dipartimento Forestale condotto dall’inglese Mr. Marshal andò al suo vice Soliman Higiazi; il Dipartimento Idrico inizialmente affidato al Cav. Viali passò al vice Aref.

La proficua collaborazione italo-libica ignorata dagli storici avvenne negli anni ’50, quando la Libia non disponeva di risorse petrolifere a sostegno del suo sviluppo economico, concretizzatosi dopo la scoperta del primo petrolio a Zelten (Sirtica) nel 1958, che raggiunse nel 1961 via oleodotto il porto di Marsa Brega attrezzato per il carico sulle petroliere. La Sede dell’Istituto Sperimentale Agrario di Sidi El-Mesri, in cui nel 1951 subentrò il Ministero dell’Agricoltura, era costituita da un complesso di edifici coloniali affacciati su una corte. In questi edifici nel 1951 vi furono insediati gli uffici del Ministro, Sottosegretario, Amministrazione, i Dipartimenti di Orticoltura, Riforma Agraria, Servizi Tecnici, laboratori di analisi delle Fitopatologie e chimiche delle acque, e la Biblioteca originale ricca di pregiati volumi. A 200 m. ad ovest della corte centrale, sorgeva l’edificio del Dipartimento delle Foreste, ed ad est in posizione opposta a 200 m.,fu edificato nel 1964 il nuovo edificio del  Ministero dell’Agricoltura, accanto all’Ufficio degli esperti della FAO.

Il Dipartimento Zootecnico con le stalle ed i recinti degli animali, per motivi  igienici (concimaie), rimase distaccato all’estremità est dell’area agricola. Tuttavia, l’ufficio dei ministri dell’Agricoltura successivi alla nuova sede restarono nel vecchio edificio, quasi esercitasse un fascino con quella corte centrale adornata da una fontanella all’ombra dei banani, dove il ministro Mohamed Bey Derna parcheggiava il suo maggiolino Volkswagen: l’auto di rappresentanza restava ferma. Negli anni di transizione (1951-60) in cui rimasero a capo dei dipartimenti del Ministero dell’Agricoltura gli Italiani citati, e ne furono assunti altri della successiva generazione nei ruoli tecnici nati in Libia come me, i capitolati delle gare di appalto erano in lingua italiana che i Libici della generazione chiamata a guidare il Paese dopo l’indipendenza avevano imparato da ragazzi nelle scuole coloniali italiane, e religiose come le Scuole Cristiane dei Lasalliani.

Noi Italiani, malgrado la lingua araba ce la insegnassero nelle scuole ne apprendemmo poca, ad eccezione delle categorie che svolgevano mestieri a contatto costante con i Libici dai quali impararono il dialetto libico: agricoli, edili, camionisti, pescatori. Sotto la guida tecnica dell’Istituto Sperimentale Agrario e Zootecnico di Sidi El-Masri prima e il Ministero dell’Agricoltura dopo, la Libia ha ottenuto significativi risultati. Nelle aziende agricole e nei poderi dei Comprensori Agricoli (Riforma Agraria), si coltivavano pregiati uliveti, vigneti, agrumeti, ortaggi, e le varietà di frutta erano prelibate primizie. Il rimboschimento e la lotta alla desertificazione tramite l’imbrigliamento delle dune proseguì in più parti del Paese.

Le colture soggette ad irrigazione usufruivano dell’acqua delle falde freatiche ed artesiane sollevate dai pozzi dotati di pompe elettriche. Nelle oasi sotto i palmeti crescevano prosperosi giardini (suani) irrigati dalle acque ricavate dai tipici “pozzi arabi” con il traino animale, ed a partire dagli  anni ’60 con la diffusione dell’energia elettrica, con le pompe. Nelle aree agricole non servite da elettricità , si installavano gli aeromotori a pale “Vivarelli” (Grosseto) attivati dal vento. La zootecnia si era diffusa, particolarmente negli ovicaprini, la carne del cous cous e delle feste religiose islamiche. La razza ovina sarda fornitrice di latte, carne e lana, prevaleva grazie alla collaborazione con gli zootecnici della Regione Sardegna. Facendo un salto di 50 anni dal 1970 ad oggi, le immagini satellitari mostrano come l’estesa località  di Sidi El-Masri abbia subito una spiccata evoluzione urbanistica, non è più la periferia di Tripoli ma una sua estensione. La macchia verde dell’Azienda Agricola di Sidi El-Masri, ora è assediata dalle case sorte ai confini ed è attraversata da una trafficata Superstrada.

Tuttavia, l’immagine satellitare rivela come la storica sede originale dell’Istituto Sperimentale Agrario poi Ministero dell’Agricoltura dal 1951, nonostante i cambiamenti, abbia conservato la sua funzione agricola, sotto una diversa denominazione conferitale dopo il 1970 dal Regi- me Militare al potere: Secretariat of Land Reclamation and Agrarian Reform”(Segretariato della Bonifica e Riforma Agraria). Segno che l’Agricoltura e la Zootecnia in Libia, nella tradizione di un prospero passato, hanno continuato a mantenere il riconoscimento di bene primario.

Vittorio Sciuto