Si indaga sui contatti del 22enne gambiano che preparava la strage . Il comando di giurare fedeltà al Califfo forse ad altri richiedenti asilo.

 

 

“L’uomo che istruisce i soldati”, quello che ha suggerito ad Alagie Touray di lanciarsi con un’auto sulla folla in cambio di 1500 euro, potrebbe averlo agganciato nel campo di Sabratha, da dove il gambiano di 22 anni arrestato a Napoli era partito, prima di sbarcare in Sicilia il 22 marzo 2017. E’ il fronte libico quello che, in questa fase, impegna maggiormente i nostri investigatori. Anche perché non è affatto escluso che l’attività di proselitismo jihadista non abbia coinvolto altri giovani migranti oltre Touray. Si sta indagando per attribuire un volto ai numeri telefonici della Libia al quale il giovane aveva inviato il video del suo giuramento al Califfo Al Baghdadi. E dal quale potrebbe aver ricevuto le istruzioni sull’attentato terroristico. Ottanta le utenze mobili, tra cui anche molte del Gambia, Francia e Germania (in questi due stati europei risiedono parenti di Alaige Touray) al vaglio dei tecnici informatici della polizia dell’Antiterrorismo, diretta da Lamberto Giannini e dai carabinieri del Ros agli ordini del generale Pasquale Angelosanto. Ma i contatti che più sollecitano attenzione sono appunto quelli libici. Due in particolare. Il sospetto che tra i tanti migranti che affollano il campo di Sabratha – non poi così distante da Sirte , a lungo roccaforte dell’Isis – si possano nascondere pericolosi estremisti islamici non è del resto una novità. Da tempo le forze di polizia e l’intelligence sono impegnate a monitorare questo aspetto. E la gip Isabella Iaselli , nell’ordinanza che ha disposto la custodia cautelare in carcere, osserva che “non è da sottovalutare che Alagie Touray è stato a lungo in un campo libico e ha nei suoi appunti due utenze libiche. Ha avuto modo di dimostrare la sua fede e di tessere legami che mantenuto una volta giunto in Italia”. Da un primo esame dello smartphone del gambiano – suo unico mezzo per navigare nella Rete, non possedeva infatti né un tablet né tanto meno un computer portatile – è emerso che ha cancellato molti messaggi. Ed è proprio su queste tracce che si concentra ora l’analisi degli investigatori. Da ricostruire anche la modalità con cui Touray ha ricevuto le indicazioni per pronunciare il giuramento ad Al Baghdadi. “Me l’hanno inviata con un messaggio sul telefonino”, ha spiegato durante l’interrogatorio. Ma per ora di questo suggerimento non è rimasto nulla. E’ stato cancellato? E ancora: era stato spedito anche ad altri giovani? L’allerta sul rischio della presenza di terroristi tra chi affolla i campi dei migranti resta quanto mai elevato. Intanto, tra i video finora recuperati attraverso la perizia informatica, ci sono anche quelli con le “scuse” per la scarsa pronuncia dell’arabo rivolte all’interlocutore istruttore libico in merito al giuramento del Califfo. A conferma che Alagie Touray era conscio dell’importanza delle frasi rituali da pronunciare prima di scendere in “missione”, com’egli stesso aveva annunciato nei messaggi Telegram.