ANALISI DI KARIM MEZRAN

Khalifa Haftar è tornato, sta bene e si è lanciato subito all’attacco. Dopo due settimane di assenza dalla Libia, e voci (infondate) sulla sua morte, Haftar è atterrato a Bengasi, è sceso dall’aereo con le sue gambe e lunedì 7 maggio ha annunciato un’offensiva per netraulizzare i “terroristi” a Derna, ultima città della Cirenaica che sfugge al suo controllo. “E’ arrivata l’ora zero per la sua liberazione” ha detto il 75enne generale, già stretto collaboratore di Gheddafi, poi passato all’opposizione. In uniforme ha parlato a una parata a Bengasi di fronte a migliaia di soldati del suo “esercito nazionale” nel quarto anniversario dal lancio dell’Operazione Dignità, la campagna anti-islamisti che gli ha permesso di conquistare oltre metà della Libia. Haftar era stato ricoverato a Parigi e le voci sulla sua salute si erano moltiplicate. I possibili successori erano già pronti e invece l’uomo forte della Libia orientale si prepara a consolidare il suo potere. Anche se la battaglia per la Libia è ancora lunga.

ANALISI DI KARIM MEZRAN

Il portale Libya Express sottolinea come “Derna sia l’ultimo baluardo dell’opposizione all’esercito di Haftar nell’est della Libia”, aggiungendo che “la città è stata circondata per oltre un anno e gli abitanti hanno ricevuto pochi aiuti e poca assistenza”. La tv Al Arabiya ricorda invece che “Haftar è stato via dalla Libia per qualche tempo sollevando molte domande sulla sua salute. Il suo ritorno ha tuttavia messo fine alle voci, mentre la sua visita al fronte di Derna ha confermato l’intenzione dell’esercito libico di riprendere la sua battaglia contro i gruppi estremisti”.

ANALISI DI KARIM MEZRAN

Per quanto riguarda il ricovero di Haftar a Parigi c’è stato sicuramente qualcosa di vero, ma è probabile che sia stata anche l’occasione per capire cosa sarebbe successo se fosse morto. Non che la vicenda sia stata montata ad arte, ma è credibile che si sia voluto testare il terreno, e considerare le conseguenze in caso di decesso del generale. Infatti il maresciallo ha subito reagito lanciando l’attacco contro Derna. Così, da una parte gli egiziani (che sostengono il governo di Tobruk) sono soddisfatti, dall’altra lui impegna le truppe nell’operazione e mette tutti sotto scacco. Anche se a Derna non sono tutti terroristi, e migliaia di civili sono sotto assedio. Mentre la questione grave della crisi umanitaria a Derna passa in secondo piano.