Pubblicato su Italiani di Libia 2-2019

 

Io Khaled vendo uomini e sono innocente (di Francesca Mannocchi, edito da Einaudi) pone l’accento su un aspetto inedito dell’immigrazione, poche volte raccontato: il punto di vista degli scafisti. Il libro, a metà strada fra inchiesta giornalistica e romanzo, ribalta la nostra percezione del fenomeno migratorio cambiando il nostro modo di osservare il “problema”.

I trafficanti sono comunemente considerati spietati criminali insensibili alle miserie umane che, sedotti dal mero profitto, non si fanno scrupoli a commerciare in vite umane. Il trentenne libico protagonista non prova sensi di colpa per ciò che fa, poiché semplicemente si reputa innocente. Un atteggiamento che è in verità la condizione di un uomo comune che ha vissuto situazioni di profonda crisi e disperazione. Ex rivoluzionario che ha combattuto per rovesciare il regime Gheddafi, Khaled considera il traffico di vite umane l’unica alternativa valida per sopravvivere. Per questa ragione si considera innocente, forse addirittura vittima o pedina dello stesso scacchiere in cui i migranti sono i pedoni. Le sue azioni sono il prodotto del mondo circostante, del contesto in cui è cresciuto e delle influenze della nostra società.

Nella suo libro Francesca Mannocchi, partendo da questa testimonianza che sorprende, indigna e fa riflettere, cerca di allargare gli orizzonti delle nostre concezioni, al fine di sfatare miti e credenze tipiche di chi sta dall’altra parte del muro. Senza svestire Khaled dai suoi abiti criminali, l’autrice tenta di definirlo come il frutto di una perversione malavitosa che non nasce in Libia, ma all’interno dei confini europei. I trafficanti di uomini non esisterebbero se non vi fossero interessi più grandi a giustificarne la presenza, interessi che riguardano Libia, Italia ed Europa.

Se ai tempi di Gheddafi i barconi erano usati come minaccia e strumento di pressione sull’Europa, dopo la sua caduta la situazione è rimasta invariata pur subendo un ricambio di protagonisti. In questi anni si è dato un prezzo ad ogni barcone partito dalle coste nordafricane, e poco importava che raggiungesse la terra ferma o sprofondasse nel Mediterraneo. Il prezzo delle vite umane trasportate è stato per anni lo stipendio di malavitosi che avevano interesse nel far sì che quell’imbarcazione prendesse il largo.

Io Khaled vendo uomini e sono innocente è un libro che racconta atrocità e menzogne per stimolarci a ricercare la verità, seppur scomode, e a non arroccarci nel nostro mondo di convinzioni.