Il 7 ottobre di cinquant’anni fa Moammar Gheddafi costrinse gli oltre 15mila italiani rimasti in Libia a lasciare il paese. Nell’arco di sette giorni i nostri connazionali furono costretti ad abbandonare la loro casa e tutti i loro possedimenti per ritornare in Italia, dove furono accolti dalla maggior parte della popolazione come fascisti e reduci del colonialismo italiano in terra africana. Chi non aveva niente e nessuno al suo rientro fu spedito nei campi profughi a vivere quel rientro tra povertà e umiliazione: di questa triste esperienza, sconosciuta al grande pubblico, ne parla Daniele Lombardi nel suo ultimo libro “Profughi. Dai campi agricoli della Libia ai campi di accoglienza in Italia” (edito da Aracne  Editrice e acquistabile sul nostro sito). Oggi su laRepubblica il giornalista Vincenzo Nigro ha dato ampio spazio alla vicenda con un articolo di due pagine in cui ripercorre quei tristi giorni dell’ottobre 1970. Qui di seguito ne riportiamo un estratto:

 

Gli italiani in Libia avevano tutto: la casa, il lavoro, la famiglia, un’esistenza dignitosa, perfino felice. Avevano una vita. Forse perfino una Patria. Diversa da quell’Italia, estranea e indifferente, in cui si rifugiarono quando nel 1970 il colonnello Muhammar Gheddafi decise di espellerli. Buttarli fuori da un Paese che non era loro, ma che loro avevano contribuito a costruire. Come dice Roberto Costantini, uno degli italiani di Libia ancora oggi più attivi, “i più sfortunati per molti anni furono trasformati in profughi, costretti a vivere nei campi per rifugiati. Eventi che cambiano la vita: l’improvvisa povertà e l’umiliazione furono per la maggior parte di chi aveva una certa età un punto di non ritorno”.

1970. Bambini nel campo profughi Canzanella

1970. Bambini nel campo profughi Canzanella (Foto di Maria Armida Venditti)

Esattamente cinquant’anni fa, fra il 7 e il 15 ottobre del 1970, si compì dunque l’epilogo di un esodo che trasferì in Italia gli eredi dei primi coloni. Dopo un’estate di crescente ostilità anti-italiana, ci fu la cacciata definitiva. Tutto in poche settimane: il 9 luglio Gheddafi pronunciò a Misurata un primo discorso durissimo contro gli italiani, contro i figli del colonialismo fascista. Il 9 luglio del 1912, pochi mesi dopo lo sbarco in Libia dell’Italia giolittiana, il Regio esercito aveva conquistato proprio Misurata, seconda città della Tripolitania. E Gheddafi ripercorreva le tappe della storia dell’invasione coloniale italiana, per rovesciarne il corso[…]

 

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