Pubblicato su Italiani di Libia 2-2020

 

L’idea di fondo del testo di Caterina Roggero è quello di fornire un quadro della storia contemporanea dei Paesi del Nord Africa. L’autrice analizza in modo chiaro e preciso le varie fasi storiche dei Paesi menzionati. Essi, tranne il Marocco, sono stati sotto il dominio dell’Impero Ottomano fino al XIX secolo e hanno subito la colonizzazione dei Paesi europei tra il 1830 e il 1962. I colonialismi sono stati differenti nei cinque paesi: quello francese riguardò il Maghreb strictu sensu; l’Egitto fu un Protettorato britannico; l’Italia, liberale e poi fascista, conquistò la Libia; la rivolta degli algerini contro i francesi fu invece lunga e sanguinosa.

L’indipendenza dopo il colonialismo

L’indipendenza fu ottenuta sulla base di un nazionalismo che portò alla nascita di regimi autoritari, con la presenza, in alcuni periodi, del radicalismo islamico e di movimenti di lotta democratica, in altri. I progetti panarabi furono promossi in Nord Africa negli anni ’60, prima da Nasser che sperimentò l’unificazione con la Siria e tentò di imporre la propria egemonia sulla Lega Araba, e poi dal colonnello Muammar Gheddafi, il quale, assunto il potere in Libia, ossessivamente ricercò la fusione con Egitto, Tunisia e anche Marocco. Tunisia, Egitto e Libia furono alle prese con il terrorismo di stampo jihadista negli anni ‘90, che tuttavia non raggiunse mai il livello dell’Algeria dove migliaia di jihadisti si scontrarono con l’esercito in una terribile guerra civile.

La speranza della democrazia

In tutti e cinque i paesi tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 furono promossi transizioni verso la democrazia che non portarono ad alcun cambiamento reale in termini di tutela del pluralismo e di instaurazione di uno stato di diritto.

Immagine dalla Libia nel 2011

Immagine dalla Libia nel 2011

Le speranze di cambiamento e miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni sono state alla base delle mobilitazioni che hanno invaso nel 2011 le piazze e le vie delle principali città arabe. Spentosi l’entusiasmo iniziale, la regione ha dovuto però fare i conti con gravi difficoltà legate alla gestione delle nuove transizioni: la situazione è degenerata in Libia con lo scoppio di una guerra prima internazionale e poi civile, e in Egitto, dove i militari si sono impadroniti nuovamente del potere nel luglio 2013 deponendo il governo legittimo dei Fratelli musulmani, poi criminalizzati e duramente perseguitati. In Tunisia, l’instaurazione di un dialogo nazionale ha portato all’approvazione di un nuovo testo costituzionale condiviso dalle diverse anime della società, mentre in Marocco e in Algeria i governanti hanno concesso rimaneggiamenti alle loro carte fondamentali. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un nuovo movimento popolare inaspettato in Algeria che ha determinato la fine del ventennio di regime di Bouteflika.

Non solo sicurezza

Concludendo con le parole della Roggero: “La contrapposizione tra i due estremismi (jihadismo e lotta al terrorismo) rischia di ridurre la situazione politico-sociale di questi Paesi a una mera questione di sicurezza a scapito del dialogo e confronto nazionale tra tutte le anime della società. La vera sfida è rappresentata dal proseguimento sulla strada della solidarietà sud-sud e dell’integrazione economica regionale”.