Le prime settimane del 2021 hanno visto una serie di nomine che accompagneranno il processo politico e di pace avviato in Libia che dovrebbe concludersi con le elezioni di fine anno: dal nuovo inviato scelto dall’Onu alla scelta di Di Maio di farsi affiancare dall’esperto Pasquale Ferrara nel delicato compito di ritornare ad avere un ruolo cruciale. Difficile capire oggi quanto queste decisioni si tradurranno in immediati cambiamenti e benefici per gli attori interessati.

 

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha annunciato la nomina di Ján Kubiš qualche giorno fa come nuovo Inviato Speciale delle Nazioni Unite in Libia a capo della missione Unsmil. L’annuncio ha sollevato interrogativi sulla tempistica e sull’impatto della nuova nomina sul processo sponsorizzato dalle Nazioni Unite per risolvere il conflitto libico. La missione onusiana in Libia era retta ad interim dalla diplomatica statunitense Stepanie Williams che ha sosituito Ghassan Salamè, diplomatico libanese dimessosi nel mese di marzo per le troppe difficoltà incontrate durante le attività nel paese nordafricano. Dovrà, quindi, essere lo slovacco a dirigere la delicata fase attuale vigente in Libia, a partire dal dialogo tra i vari attori interni che dovrebbe portare nelle prossime settimane alla compilazione di una difficile road map in vista delle elezioni.

Tripoli

Anche l’Italia ha nominato un inviato speciale. Roma si è resa conto che potrebbe tornare a giocare un ruolo importante in questa delicata fase di ricostruzione, nonostante la perdita d’influenza nell’ultimo anno a favore della Turchia. Non dovrebbe quindi essere casuale la nomina, pochi giorni dopo la visita del Presidente del Governo di accordo nazionale Fayez al Sarraj e del suo vice Ahmed Maitig a Roma, di Pasquale Ferrara quale inviato speciale del Ministro degli affari esteri per la Libia. Negli ambienti diplomatici già da qualche tempo si parlava della possibilità e della volontà dell’Italia di avere un proprio inviato che potesse rappresenterà l’Italia e garantirne la piena partecipazione a tutte le iniziative multilaterali a sostegno del processo politico libico, oltre a sviluppare gli opportuni contatti con i principali attori locali e internazionali maggiormente attivi. L’accelerazione in questi primi giorni del 2021 potrebbe essere stata dettata dalla consapevolezza di poter tornare in gioco. Ferrara, ex Ambasciatore in Algeria, affiancherà l’Ambasciatore a Tripoli Giuseppe Buccino Grimaldi che in questi anni ha svolto un lavoro essenziale per mantenere vivi i legami con i protagonisti della politica libica e non solo, nonostante le difficoltà evidenti. Ferrara probabilmente opererà da Roma per fare da raccordo tra le varie istanze che seguono il dossier libico.

Altra nomina importante di questi giorni è quella di Natalina Cea a capo della missione Eubam per il controllo delle frontiere con cui l’Unione Europea fornisce assistenza alla Libia. La nomina della funzionaria italiana alla guida di una missione cruciale per il controllo dei confini libici, e quindi importante per il tema della sicurezza nazionale italiana connesso alla questione migratoria, si inserisce in un quadro complessivo che vede Roma snodo di dinamiche collegate più o meno direttamente alla crisi in Libia, ma anche alle tensioni che si sono create nell’area mediterranea negli ultimi anni. Dalla stabilizzazione politica dell’ex colonia italiana, di cui il dialogo portato avanti dall’Onu si sta occupando con costanza dopo la consolidazione del cessate il fuoco raggiunto dopo l’accordo del 23 ottobre scorso a Ginevra, passa anche la soluzione del problema migratorio, questione che ha interessato direttamente l’Italia, ma che è considerato anche un elemento critico per l’intera Ue.

Unsmil - Lpdf

 

Intanto, l’Unsmil nella giornata di ieri ha annunciato che il Forum per il dialogo politico libico (Lpdf), composto da 74 membri, ha approvato il meccanismo di selezione del nuovo governo provvisorio ad interim della Libia per preparare il paese ed accompagnarlo alle prossime elezioni di dicembre. Secondo la Williams, si è compiuto un significativo passo avanti verso l’attuazione della tabella di marcia adottata a Tunisi a metà novembre, e continuando con le parole dell’inviata delle Nazioni Unite, “i libici hanno ora un’autentica opportunità per superare le loro differenze e divisioni, selezionare un governo temporaneo per riunificare le loro istituzioni attraverso le tanto attese elezioni nazionali democratiche”.