La storia degli Italiani di Libia a 50 anni dalla cacciata. Daniele Lombardi, direttore di Italiani di Libia, è stato intervistato da Mauro Indelicato (ilGiornale.it e InsideOver) per ricordare la storia degli italiani cacciati nel 1970 dall’ex leader libico Gheddafi e spiegare la relazione esistente tra la collettività italiana e la Libia oggi.

Un estratto dell’intervista

L’Italia ha messo piede in Libia per la prima volta nel 1911. Negli anni successivi ha consolidato il suo posizionamento nell’area, durante il fascismo poi Roma ha fatto del Paese nordafricano una delle sue più importanti colonie. La sconfitta nella Seconda guerra mondiale ha determinato la perdita del territorio, ma fino al 1969 erano più di ventimila gli italiani regolarmente residenti a Tripoli e in altre città della Libia. In quell’anno Muammar Gheddafi ha preso il potere. Per lui l’unico modo per chiudere la stagione coloniale era quello di cacciare via tutti i nostri connazionali rimasti. I quali nel Paese gestivano aziende, avevano proprie attività economiche e conducevano una normale quotidianità. Il 7 ottobre 1970 la decisione più dura: lo Stato libico decideva di confiscare tutti i beni agli italiani e obbligarli di fatto ad emigrare in Italia. Migliaia di famiglie hanno avuto giusto il tempo di raccogliere pochi oggetti personali e imbarcarsi verso il nostro Paese.

Daniele Lombardi direttore Italiani di Libia

Daniele Lombardi, direttore di Italiani di Libia

I campi profughi

Per leggere l’intervista completa

Per l’intervista completa vi rimandiamo al seguente link: https://it.insideover.com/politica/la-storia-dimenticata-degli-italiani-di-libia-a-50-anni-dalla-diaspora.html