Di seguito alcune delle principali notizie provenienti dai paesi del Nord Africa: dall’approvazione dell’espansione del canale di Suez da parte del presidente egiziano alle continue proteste che stanno caratterizzando gli ultime mesi in Algeria, per finire la partnership tra Marocco e Stati Uniti anche in campo energetico.

EGITTO

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha approvato l’espansione del Canale di Suez in risposta alla crisi causata dall’incidente nel mese di marzo che ha visto la nave porta container Ever Given incagliarsi e paralizzare il traffico regionale per giorni. La nave da 220.000 tonnellate, battente bandiera panamense, è rimasta bloccata nel Canale di Suez a marzo per circa una settimana prima di essere rimessa a galla. Ha creato un ingorgo di oltre 100 navi e ha avuto un effetto importante sul commercio globale, il 12% del quale passa attraverso il canale. Per  il rilancio  della Ever Given, sono stati dragati circa 30.000 metri cubi di sabbia per aiutare a liberare la nave e sono stati schierati un totale di undici rimorchiatori portuali e due potenti rimorchiatori d’alto mare. Il progetto presentato da al-Sisi vedrà l’ampliamento del canale di quaranta metri (131 piedi) tra la città di Suez, dove il canale incontra il Mar Rosso, e il Grande Lago Amaro. Anche i restanti 10 chilometri del corso d’acqua saranno ampliati in modo da consentire il traffico bidirezionale e consentire il passaggio di più navi. Secondo il presidente egiziano, il progetto dovrebbe essere completato nel corso di due anni al massimo.

ALGERIA

In Algeria continua il malessere popolare e le proteste contro il governo di Abdelmajid Tebboune. Dopo le diverse minacce di dispiegare l’esercito nelle strade, il ministro dell’Interno ha avvertito che impedirà eventuali proteste prive di autorizzazione, con una mossa che mostra lo stato di scompiglio all’interno di una giunta militare che governa dietro una cortina di civili. In mancanza di risposte convincenti per affrontare il malcontento degli algerini, offrire lavoro e aumentare i salari, il governo algerino ha messo anche la museruola alla stampa e alle libertà di espressione mandando in prigione giornalisti critici e usando la forza contro i manifestanti. Militanti politici, attivisti dei diritti umani, universitari, giornalisti, blogger o anche semplici cittadini che hanno espresso pacificamente il loro disaccordo all’attuale regime politico hanno continuato in questi mesi ad essere oggetto di inchieste penali. Amnesty International nelle scorse settimane ha chiesto all’Algeria di porre fine alla violenza della polizia contro i manifestanti pacifici. Anche l’Onu ha evidenziato che nel paese nordafricano sono a rischio i diritti fondamentali dell’uomo.

MAROCCO

Il Marocco ha lanciato gare d’appalto finanziate dagli Stati Uniti per due complessi industriali per un valore totale superiore ai 500 milioni di dollari. I complessi saranno realizzati in una zona industriale greenfield a Sahel Lakhyayta e in un’area industriale di Had Soualem. L’accordo è organizzato dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’economia verde e digitale (Mcinet) e dalla Millennium Challenge Corporation (Mcc), un’agenzia bilaterale di aiuti esteri degli Stati Uniti istituita dal Congresso nel 2004 che ha il fine di supportare i paesi in via di sviluppo. L’avvio dei progetti era stato tentato lo scorso maggio, ma l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 ha interrotto i lavori.  Il programma quinquennale, che rientra nel piano energetico di sviluppo delle fonti rinnovabili, ha un budget di 450 milioni di dollari, concesso dalla Mcc, e integrato da una sovvenzione del governo marocchino (il 15% della somma versata dagli Stati Uniti). Sahel Lakhyayta e Had Soualem avranno un’area di 111 ettari e il lavoro di bonifica del sito è già stato eseguito dal governo di Rabat. La sfida più grande del Marocco resta però il Noor Midelt, l’impianto solare più grande al mondo, dal costo di 780 milioni di dollari. Un progetto tanto ambizioso quanto determinante per il rafforzamento della strategia economica del paese nell’intera regione mediterranea. La partnership con gli Usa nel settore energetico, oltre a quello militare ed economico, consentirà al Marocco di consolidare il suo ruolo nel Nord Africa.