Tra Italia e Libia è in corso da settimane un fitto scambio politico e diplomatico. Dalla nascita del governo di Dabaiba è stata tutta una corsa, non solo con l’Italia, a rinverdire le relazioni. Il Trattato italo-libico firmato da Berlusconi e Gheddafi nel 2008 è la base sulla quale si stanno intessendo questi rapporti. L’Italia, nel disegno del governo libico, dovrebbe occuparsi principalmente della ricostruzione dell’aeroporto di Tripoli e della famosa autostrada costiera lunga oltre 3000 chilometri.

I nodi da sciogliere: migranti e pesca

I nodi, tuttora molto in là da essere risolti, riguardano invece le questioni dei migranti e della pesca italiana a ridosso del golfo di Sirte.
Il governo e la politica italiani, dunque, si muovono molto nel solco dei rapporti tra Italia e Libia, per non rimanere indietro, sia a livello internazionale che nella compagine politica di governo.
Per quanto riguarda il governo, ad esempio, il primo question time alla Camera dell’era Draghi ha confermato la forza comunicativa del premier. I suoi slogan hanno un impatto forte sugli opinion makers. Dal celeberrimo “whatever it takes” per salvare l’euro a quello pronunciato alla Camera il 13 maggio: «Nessuno deve essere lasciate solo nelle acque territoriali italiane», riferito ai migranti che rischiano la vita nel Mediterraneo. Musica per i titolisti dei giornali e per il tam tam social. Rimane la precisa presa di posizione e il monito all’Europa perché faccia la sua parte.
Come riferisce il Corriere della Sera, Draghi ha annunciato iniziative per il contenimento della pressione migratoria attraverso accordi con Tunisia e Libia e un maggiore coinvolgimento dell’Ue, a partire dalla redistribuzione e dal ricollocamento nei diversi Paesi europei dei migranti soccorsi in mare.

L’inviato Onu per la Libia incontra Lamorgese e Di Maio

Parole ribadite anche dal ministro degli Interni Luciana Lamorgese nell’incontro del 12 maggio scorso con l’inviato delle Nazioni unite per la Libia Jàn Kubis. Come riferisce un comunicato del Viminale, la ministra ha sottolineato la necessità che l’Unione europea sia maggiormente coinvolta nella gestione del fenomeno migratorio, anche attraverso la preziosa attività delle agenzie delle Nazioni unite, con l’Unhcr e l’Oim in prima fila, alle quali è riconosciuta autorevolezza, competenza ed esperienza.
Inoltre ha confermato “l’intenso e continuo impegno del governo italiano nel rafforzare le capacità di gestione delle frontiere terrestri e marittime da parte delle autorità libiche”.
Nello stesso giorno, Kubiš ha poi incontrato il ministro degli esteri Luigi di Maio.
Nel corso dell’incontro – spiega una nota della Farnesina – ha trovato conferma il sostegno italiano all’azione Onu in Libia. Al centro dei colloqui anche la transizione istituzionale e l’importanza del calendario elettorale. E’ stata infine ribadita la centralità delle Missioni Irini e Eubam.

L’attivismo di Forza Italia tra Italia e Libia

Presidente Commissione Esteri Camera dei Deputati

Sul fronte della politica interna, i più attivi sul dossier Libia sembrano essere Forza Italia e il Partito democratico. Piero Fassino, in qualità di presidente della Commissione esteri della Camera, aveva incontrato a fine aprile l’Ambasciatore libico a Roma Tarhouni. Anche una delegazione del partito di Berlusconi era stata ricevuta dal diplomatico, per parlare delle relazioni tra i due paesi. L’attivismo di Forza Italia si evince anche dalle dichiarazione del deputato Alessandro Battilocchio come riporta una nota ripresa da Politicanews. Nel corso dell’audizione in Commissione Esteri del Sindaco di Mazara del Vallo, riguardo i recenti episodi contro i pescherecci siciliani, il deputato ha sottolineato  l’urgenza di un accordo intergovernativo che garantisca la sicurezza dei nostri pescatori che operano in zona.
Tutto questo aspettando della visita, la prima, del capo del governo libico Dabaiba, atteso in Italia nei prossimi giorni.