Alla Farnesina è stato lanciato il primo business forum economico tra Italia e Libia in occasione della visita del premier libico Abdulhamid Dbeibah a Roma. L’appuntamento si è tenuto nella mattinata di oggi, lunedì 31 maggio, e ha visto la delegazione italiana capeggiata dal ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e quella libica dallo stesso capo del Governo di unità nazionale (Gnu) di Tripoli. Nel pomeriggio, invece, è atteso l’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi.

L’obiettivo della visita di Dbeibah in Italia, la prima in un paese europeo, è chiaro: consolidare i rapporti con Roma e trovare una sponda internazionale alle difficoltà di legittimità interna che l’imprenditore misuratino continua ad incontrare, soprattutto nella parte orientale del paese. Le relazioni italo-libiche sono uno snodo strategico di importanza fondamentale nel Mediterraneo, ma anche per la continuazione della transizione politica che dovrebbe concludersi con le elezioni del 24 dicembre prossimo. Secondo il capo della Farnesina, si può “contare oggi su una Libia nuova e unita. È grazie agli imponenti sforzi del Gnu che le nostre imprese possono guardare alla Libia con rinnovata fiducia”. Come riporta IlSole24Ore, al Forum hanno partecipato i rappresentanti di Ansaldo Energia, Leonardo, Saipem, Snam, Terna, WeBuild, Fincantieri, Eni, oltre ai rappresentanti di altre società, da Psc Group a Cnh Industrial, da Italtel al gruppo ospedaliero San Donato.

Questa serie di contatti e incontri di primo livello tra i due paesi, che va avanti da mesi, manifesta la chiara e rinnovata attenzione per gli sviluppi libici e la promettente disponibilità del nuovo governo di Tripoli a rafforzare le relazioni bilaterali. Per l’Italia è fondamentale esserci nel paese nordafricano al fine di proteggere i propri interessi, pur mantenendo evidentemente una strategia basata su quel multilateralismo che vede Washington e Bruxelles come partner necessari e l’Onu artefice dell’architettura diplomatica che ha visto la nascita del nuovo governo Dbeibah, bisognoso di sostegno internazionale per non fallire in questo tentativo di stabilizzazione. Ruolo in Libia che gli Stati Uniti hanno confermato al governo Draghi, sostanzialmente per due ragioni. In primo luogo, il ruolo e la presenza della Russia nel Mediterraneo è ritenuta scomoda, visto la sensibilità dell’area. In secondo luogo, l’obiettivo di una necessaria stabilità regionale. Dall’altra parte, la Libia ha bisogno di Roma, della presenza delle imprese italiane e dei loro investimenti nei settori cruciali dell’economia del paese, su tutti fonti rinnovabili ed energia elettrica. Quest’ultima, in particolare, è considerata da Dbeibah una priorità urgente per il paese. Deve ritornare in cima all’agenda politica tripolina. Importante, altresì, è la continuazione dei progetti di cooperazione e di supporto ai comuni libici come dimostra l’iniziativa dell’Anci, lanciata pochi giorni fa, che coinvolge sette città italiane nel supporto ai comuni del paese nordafricano, soprattutto per quanto riguarda la gestione e l’ammodernamento dell’anagrafe, del bilancio e del patrimonio. Passa anche da iniziative come questa la stabilizzazione dell’ex colonia italiana.

Oltre al rilancio dell’economia, al centro dei colloqui il dossier migratorio: argomento caro sia all’Italia che ad altri paesi europei. È una priorità sulla quale Roma sta spingendo per ricevere un impegno maggiore anche da parte di Bruxelles. Sul dossier, Draghi può contare sull’asse col presidente francese Emmanuel Macron, sempre più preoccupato dalla crescente instabilità del Sahel. Nei prossimi giorni il capo della Farnesina dovrebbe recarsi proprio in Niger, tra i paesi che presentano le maggiori criticità nella regione tanto cara a Parigi. Sul punto, Dbeibah durante il forum economico ha precisato come “il supporto che l’Italia fornisce in Ue sull’immigrazione è molto importante”.  Il Mediterraneo continua ad essere un cimitero e le immagini scioccanti dei cadaveri dei bambini ritrovati sulle spiagge libiche sembrano aver spinto l’Europa a cercare una soluzione il prima possibile al problema. In quest’ottica rientra il viaggio del 28 maggio in Libia del ministro italiano Di Maio insieme all’omologo maltese Everist Bartolo e al commissario Ue per il Vicinato e l’Allargamento Olive’r Varhelyi. Obiettivo: sancire una nuova cooperazione con la Libia e cercare di garantire reale sicurezza alle frontiere meridionali. La missione è andata incontro alla richiesta della ministra degli Esteri libica, Najla al-Mangoush, di intercettare le rotte dei migranti molto prima che arrivino sulle coste libiche e rischiare la vita tentando l’attraversamento.

L’Italia deve offrire progetti reali e specifici e continuare a  sostenere in maniera attiva il processo politico avviato lo scorso 5 febbraio a Ginevra. Il lavoro diplomatico di Roma è vitale per il destino del governo transitorio di Dbeibah, ma anche e soprattutto per tutta l’area mediterranea. Uguamente strategica è la scelta di rivitalizzare i legami economici bilaterali, promuovendo gli investimenti delle aziende italiane nel paese che per motivi storici ed economici è così legato al nostro.