E’ iniziata dalla sera di lunedì 19 luglio e si concluderà venerdì 23 Eid al-Adha , la “Festa del Sacrificio”, per milioni di musulmani in tutto il mondo. Quest’anno , come il 2020, non sarà come tutti gli altri anni: si festeggerà quasi ovunque tra le preoccupazioni per i contagi da Covid-19. La festa, che si celebra ogni anno nel mese lunare di Dhu l-Hijja (dodicesimo mese dell’anno), vieta qualsiasi tipo di digiuno e di ascesi, essendo considerati tali giorni di felicità.

In questo mese i musulmani compiono il loro pellegrinaggio hajj  alla Sacra Moschea della Mecca che rappresenta il quinto pilastro dell’Islam (i cinque obblighi previsti dalla religione che comprendono, oltre al pellegrinaggio, la testimonianza di fede shahādah, la preghiera cinque volte al giorno ṣalāt, l’elemosina zakāt e il digiuno ṣiyam durante il mese di Ramadan). Secondo quanto tramandato, Dio chiese ad Abramo di sacrificare il figlio Ismaele in suo onore. L’uomo accettò, ma mentre si accingeva a uccidere il figlio, un angelo lo bloccò: questa fu considerata  la prova della totale fede di Abramo nei confronti di Dio e da quel giorno viene festeggiata appunto la “Festa del Sacrificio”. Il canone implica la recita del Takbīr, l’espressione araba islamica tradotta in “Dio è il più grande”, da parte di un uomo in stato di purità legale e il successivo sgozzamento di animali vivi, adulti e sani (montoni, capre, pecore), secondo le linee guida previste dalla macellazione rituale halāl che, a differenza di quelle comunemente impiegate, non permettono lo stordimento dell’animale. Una volta morto dissanguato l’animale viene macellato e la carne viene divisa preferibilmente  in tre parti: per la famiglia, per gli amici e per i poveri.

Per quanti non partecipino al rito del hajj, Eid al Adha inizia con una breve preghiera nella moschea, preceduta da un corale takbīr e seguita da un sermone. La “Festa del Sacrificio” non è solo pellegrinaggio e sacrificio di animali, ma è anche un periodo di preghiera intenso per i fedeli musulmani e un’occasione per riunirsi e scambiarsi doni.

Vista la situazione di emergenza sanitaria in tutto il mondo, causata dalla pandemia di Covid-19, diversi comuni libici hanno deciso di vietare le preghiere di Eid al-Adha nelle piazze e nelle moschee nel tentativo di frenare la diffusione del coronavirus. Il numero dei contagi e dei decessi ha recentemente registrato un notevole aumento in queste ultime settimane in Libia.