“I visti ai libici da parte degli uffici diplomatici italiani sono stati sempre concessi, è errato parlare di una ripresa. Inoltre sono stati abbassati i costi per la domanda”. La nostra Ambasciata a Tripoli ha diffuso una nota per rettificare quanto dichiarato dal Libya Observer riguardo il rilascio dei visti ai libici. L’articolo è stato riportato anche nella newsletter AIRL del 2 settembre scorso.

Nella nota si fa riferimento all’articolo “L’Italia riprenderà a concedere i visti ai libici” del quotidiano nordafricano, secondo il quale l’Ambasciatore Giuseppe Buccino, durante l’incontro con il sottosegretario agli Esteri libico Mohamed Issa, avrebbe annunciato una ripresa della concessione dei visti da parte degli uffici diplomatici italiani sul suolo libico.

Ma è lo stesso Ambasciatore a chiarire che gli unici visti ai quali non è stato dato seguito sono quelli turistici, non rilasciati per via della pandemia. La nostra sede diplomatica a Tripoli ha evidenziato, al contrario come siano stati concessi migliaia di visti l’anno: “Nel solo 2019 – si legge nella rettifica – l’Ambasciata d’Italia ha evaso 11.553 domande, con 9.384 visti rilasciati. Nel 2020, l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 ha avuto un gravissimo impatto sull’attività dei visti a causa delle dure restrizioni adottate in tutto il mondo per limitare la circolazione delle persone e contenere la diffusione del virus. Tuttavia, le domande lavorate sono state 2.914, con 2.557 concessioni. Nell’anno in corso, nonostante le restrizioni europee sui visti turistici ancora in vigore, al 31 agosto sono state gestite 2.321 domande, di cui 1.623 con decisione positiva.”

“Inoltre – conclude la nota – l’Ambasciata, in linea con l’impegno nei confronti del popolo libico, ha concordato una riduzione del costo totale per le domande di visto Schengen, con una diminuzione da 763 a 648 dinari libici, a partire dal 2 settembre.”

Mario Savina