Oggi a Tripoli si svolge la seconda giornata del Libya Energy & Economic Summit. L’incontro – organizzato da Energy Capital & Power e sostenuto dalla National Oil Corporation e dal Ministero del petrolio e del gas – rappresenta il primo evento energetico internazionale nella capitale nordafricana in quasi un decennio. Ai lavori partecipano, oltre a politici e funzionari governativi libici, dirigenti di banche commerciali e specializzate, ambasciatori di paesi esteri, dirigenti di importanti compagnie petrolifere straniere operanti in Libia, e un gruppo di interessati e ricercatori. La Libia ha l’obiettivo di rilanciare la sua industria energetica e aumentare la produzione grazie ad una condizione di maggiore stabilità che si è raggiunta nel Paese dopo l’accordo di cessate il fuoco tra le fazioni in conflitto. Lo scopo dell’evento è quello di guidare il capitale, la tecnologia e le competenze straniere nel settore energetico del Paese maghrebino, utilizzando la rivitalizzazione settoriale come catalizzatore per una più ampia crescita economica.
A seguito della formazione del nuovo Governo di unità nazionale (Gnu) lo scorso marzo, il Paese ha varato una serie di riforme volte a snellire le attività settoriali e ad ottenere incrementi produttivi graduali. La conferenza esamina le condizioni per gli investimenti e il finanziamento di petrolio e gas, la fornitura di energia, i nuovi progetti, il ruolo della Libia come collante energetico tra Africa ed Europa e la sua posizione nella narrativa della transizione energetica. Per affrontare questa situazione, è probabile che il prossimo governo libico spinga affinché il lancio simultaneo di progetti di energia rinnovabile sia in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dalle Nazioni Unite e dell’Accordo di Parigi sul Clima (PCA). La Camera dei Rappresentanto di Tobruk ha votato la ratifica del PCA lo scorso agosto e il premier in carica Abdulhamid Dbeibah ha già aggiunto un comitato nazionale sui cambiamenti climatici, oltre a istituire un ministero dell’Ambiente. Sebbene questi sviluppi siano ben lontani dal raggiungimento della sostenibilità energetica, ci si aspetta che la Libia sottolinei l’importanza degli aiuti internazionali nel sostenere il rientro totale del Paese nel sistema Mediterraneo e come attore determinante e imprescindibile nelle relazioni energetiche tra i due continenti, africano ed europeo.
Durante la giornata di eri, l’amministratore delegato della Total, Patrick Pouyanne, ha annunciato che la società francese stanzierà 2 miliardi di dollari nel progetto petrolifero Waha, che aumenterà la produzione di 100.000 barili al giorno, aumenterà la produzione nel campo di Mabrouk e aiuterà a produrre 500 megawatt di energia solare. All’evento presente anche Alessandro Puliti, Direttore Generale Natural Resource di Eni, che ha evidenziato gli sforzi dell’azienda nell’esplorazione di nuove frontiere all’interno del settore energetico della Libia – in particolare nelle sue regioni offshore – e la devozione dell’azienda italiana a contribuire all’alleviamento della povertà di energia elettrica attraverso un maggior impegno nelle attività di sviluppo ed esplorazione. Tenendo in considerazione l’importante ruolo che le energie rinnovabili giocheranno nel futuro approvvigionamento energetico della Libia e non solo, il rappresentante dell’Eni ha evidenziato la resilienza e gli sforzi del Paese nella transizione verso forme di energia più pulite, con un focus primario sul gas naturale e sull’energia solare. Secondo Puliti,“il gas naturale è il ponte perfetto tra i combustibili fossili e un net zero world (l’equilibrio tra la quantità di gas serra prodotta e la quantità rimossa) in cui le rinnovabili rappresentano la maggior parte dell’approvvigionamento energetico”.
Anche Sahara Group, primo conglomerato energetico africano, ha ribadito la necessità di una maggiore collaborazione intra-africana per accelerare la marcia del continente verso l’accesso a soluzioni energetiche sostenibili e, in definitiva, la transizione energetica. Il direttore esecutivo, Wale Ajibade, che ha guidato la delegazione del gruppo al vertice di Tripoli, ha affermato che la collaborazione orientata alla promozione della sicurezza nel continente è rimasta fondamentale per raggiungere lo sviluppo sostenibile in Africa.