Antonio Pipitone racconta la storia della sua famiglia, una delle tante che purtroppo ha dovuto lasciare forzatamente la Libia.

Il suo volume inizia con un omaggio alla vita del padre Giovanni ed alle sue radici siciliane, per poi passare alle vicissitudini e ai ricordi di tutti i componenti della famiglia Pipitone. Parenti che vengono presentati al lettore con un’analisi precisa e dettagliata del carattere di ognuno di loro.

I ricordi dell’autore in Libia, in particolar modo a Tripoli, sono tanti e variegati: mentre si sfoglia il libro ritornano alla mente le immagini di un’infanzia e di una vita felice.

Vivo il ricordo di Italo Balbo: Pipitone sottolinea il lavoro svolto dal governatore per la Libia, intelligente e saggio, che non applicò in Libia le leggi razziali contro gli ebrei durante la sua esperienza nel Paese nordafricano.

Nel  1940 l’inizio della seconda guerra mondiale che cambiò la vita di tutti anche in Libia. Secondo i documenti storici riportati dall’autore e riguardanti quel terribile periodo: “la città che più soffre i bombardamenti aerei e navali è Tripoli, che costituisce per il suo porto..l’obiettivo principale degli inglesi. Dal 15 Giugno 1940 al Maggio del 1941 la città subì 41 bombardamenti aerei nemici “.

Infatti, poco tempo dopo la famiglia Pipitone fu costretta a lasciare Tripoli e a ritornare in Italia, più precisamente a Parma, dove viveva una lontana parente. Questa sarà, per Antonio e la sua famiglia, la  prima esperienza da profughi. La vita prosegue, il periodo non è facile da affrontare, la guerra non dà tregue, anzi rende tutto instabile.

All’interno pagine troviamo anche l’esperienza da partigiano. Lo sfondo storico è noto a tutti, le condizioni di vita in quegli anni non sono le migliori e tante le difficoltà che costringevano le persone a scelte dolorose. Come quella del nostro protagonista, il quale, dopo la Liberazione ad opera degli Alleati, deve decidere se rimanere in Italia o tornare in Libia con tutta la famiglia.  Lo Stati italiano, infatti, aveva dato la possibilità a coloro che in precedenza erano stati espatriati di poter tornare in Libia. In quel momento,  egli decide di rimanere a Parma ma la madre ed i fratelli decidono di  ritornare  a Tripoli.  Anni dopo, la famiglia Pipitone sarà costretta ad un secondo rimpatrio in Italia, questa volta dopo l’avvento di Gheddafi e la cacciata della comunità italiana nel 1970. L’ennesima esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel cuore del protagonista. Una storia con tanti protagonisti che purtroppo oggi non ci sono più.

A conclusione  del volume una selezione di foto in bianco e nero, che rende ancor più chiara l’unione e la storia della famiglia Pipitone.

Ginevra La Rosa