Il Villaggio Bianchi (in arabo Az-zahra) si trovava a 48 chilometri a sud ovest della capitale Tripoli, nella zona agricola di Bir Terrina. Alla fine del 1949 le famiglie ancora residenti erano circa 167 per circa un migliaio di persone.

Il terreno fu scelto dall’allora INFPS – Istituto nazionale fascista della previdenza sociale (l’attuale INPS) per la presenza di acque sotterranee. Dopo l’affidamento nel 1935, i primi lavori iniziarono l’anno successivo al fine di preparare il terreno alla valorizzazione agraria. Nella fase iniziale fu proibito il pascolo che inaridiva il terreno e vanne avviata un’opera di rimboschimento delle dune mobili che rischiavano di occupare e compromettere i terreni destinati alla coltivazione.

I poderi dati in concessione avevano un’estensione di circa 25 ettari e la loro valutazione avveniva attraverso un esame della produttività della terra, della presenza acquifera nel sottosuolo e della possibilità di ulteriori divisioni in futuro. L’ordinamento colturale prevedeva 16 ettari a oliveto, 3 a mandorleto, 3 a vigneto e 5 di irriguo (frumento e piante erbacee). Ad ogni famiglia veniva inoltre assegnato un orto per la coltivazione necessaria a soddisfare i propri bisogni. Per ogni podere era presente un pozzo con una pompa alimentata dalla centrale elettrica realizzata nel 1938, che veniva sfruttata anche dal altri centri come quelli di Giordani e Micca.

Il nome del Villaggio è stato dedicato a Michele Bianchi, uno dei primi fondatori dei Fasci di combattimento e segretario generale del partito fascista nel 1921. Giornalista, socialista, sindacalista e infine uno dei più stretti collaboratori di Mussolini, fu uno delle principali figure del movimento fino alla morte prematura nel 1930. Per quanto riguarda il progetto, come riportato in alcuni studi, è possibile attribuirlo all’architetto Umberto Di Segni, nonostante non ci siano certezze.

Col tempo il centro divenne sempre più importante, arrivando a diventare il nucleo direzionale dell’INFPS anche per gli altri centri presenti in Tripolitania. Inoltre, il Villaggio Bianchi è l’unico in cui la sede del fascio, gli uffici del comune e la chiesa dono ospitati in tre edifici distinti, ai tre lati della piazza centrale.

Oggi, nonostante le demolizioni, i restauri e la costruzione di altri edifici, l’aspetto originale del centro è ancora riconoscibile.