Con l’arrivo del mese sacro del Ramadan – iniziando lo scorso 2 Aprile – un gruppo di volontari libici si è messo all’opera per restaurare copie vecchie e danneggiate del Corano.

Come riportato in altre occasioni, per i musulmani il Ramadan è un mese di spiritualità, in cui il digiuno durante il giorno è accompagnato da preghiere e atti caritatevoli, che in molti casi possono tradursi in una maggiore richiesta del libro sacro.

Il Paese nordafricano ha vissuto nell’ultimo decennio un conflitto civile che ha destabilizzato completamente il sistema e ha lasciato molte delle sue istituzioni allo sbando, causando un duro colpo all’economia libica. In tale contesto naturalmente qualsiasi prodotto ha visto il suo prezzo aumentare e diventare meno accessibile per la popolazione in difficoltà. Anche il prezzo del Corano è aumentato ed è diventato di più difficile reperibilità. Oltre naturalmente al fattore economico, è molto più conveniente restaurare un vecchio libro che comprarne uno nuovo, esiste anche un valore affettivo: una connessione tra il libro sacro e la persona che lo detiene, in tanti casi tramandato da genitori e nonni.

Khaled al-Drebi, uno dei più noti restauratori del libro sacro islamico in Libia, è tra gli artigiani che ogni giorno arrivano in un laboratorio di Tripoli per soddisfare le esigenze dei suoi concittadini.

Negli ultimi anni, sempre più donne partecipano a questo tipo di attività. Dopo essere state formate e avviate, alcune hanno aperto un proprio laboratorio di restauro.