Il 12 Giugno scorso sono ripresi i colloqui al Cairo tra gli esponenti dei due organi legislativi – la Camera dei Rappresentanti (HoR) e l’Alto Consiglio di Stato (Hcs) – per discutere sulla formazione di un quadro condiviso per le elezioni e trovare un compromesso sui punti controversi del progetto costituzionale.

Nei due precedenti round, le parti avevano raggiunto un primo consenso su 137 articoli del disegno costituzionale. Proprio la disputa sul quadro costituzionale delle elezioni è stata una delle principali questioni che ha causato il fallimento delle elezioni nazionali programmate a dicembre dello scorso anno. Qualora il terzo round dovesse fallire, secondo quanto riportato da Agenzia Nova, sarebbe già pronto un “piano B”, con Stephanie Williams che chiederà al Consiglio presidenziale di Tripoli di emanare un decreto per permettere ai libici di recarsi alle urne.

La ripresa dei colloqui arriva dopo gli scontri scoppiati a Tripoli tra le milizie Nawassi e Ghnewa la notte tra venerdì 10 e sabato 11 Giugno. Spari ed esplosioni sono stati uditi in diversi quartieri della capitale. Media locali hanno mostrato immagini di civili che fuggivano in preda al panico per le forti esplosioni. Gli scontri avrebbero causato la morte di un miliziano e il ferimento di quattro civili. L’Unsmil, la missione delle Nazioni Unite in Libia, in un comunicato rilasciato il giorno successivo, si è detta “profondamente preoccupata per gli ultimi sviluppi durante un periodo estremamente delicato di polarizzazione politica”.

Tuttavia, il terzo e ultimo round si è concluso senza alcun accordo sulla transizione politica o sulle elezioni. Stephanie Williams ha riferito che ”il comitato misto ha raggiunto un grande consenso sugli articoli controversi del progetto di costituzione libico. Permangono divergenze sulle misure che disciplinano il periodo transitorio che porta alle elezioni”.