Rodo Santoro nel suo libro – edito da Tabula Fati –  racconta tra storia, architettura e vecchi aneddoti le vicende del Castello di Tripoli.  L’originale scopo del Castello, situato vicino al porto della capitale libica, era quello di difendere la città dagli invasori esterni ed essere utilizzato come fortezza all’interno del quale potersi difendere. Solo col passare del tempo è diventato anche sede di uffici governativi. Nel Castello è presente anche il Museo Archeologico di Tripoli con reperti archeologici proveniente da Leptis Magna e Sabratha.

La narrazione del testo inizia con il periodo  delle invasioni bizantine ed arabe ma anche delle ribellioni cittadine, delle lotte per il potere turco-ottomano e le conquiste europee. Tanti i personaggi noti citati nel libro, come l’ammiraglio corsaro Dragut (Turghud Alì) Signore di Tripoli, conosciuto più che altro per le sue terribili avventure. Ma anche il governatore Italo Balbo, sempre presente negli uffici all’interno del Castello; ed anche il colonnello Gheddafi che qui fece la sua ultima arringa prima di essere catturato e poi giustiziato. Diversi sono gli stili architettonici perché diverse sono state le amministrazioni che hanno abitato il grande complesso strutturale. Il Castello di Tripoli viene anche chiamato “Castello Rosso”, in arabo Saraj al Hamra, questa denominazione veniva data a quei luoghi che erano stati teatro di combattimenti e di scontri, per questo le mura erano considerate simbolicamente tinte di rosso. Tanti gli interrogativi che si pone l’autore rispetto a questa grande opera architettonica e cerca di dare risposta a molti di questi. Come ad esempio, quando e da chi è stato costruito, ed ancora come è cambiata la sua struttura nel corso dei secoli e delle varie dominazioni. Rodo Santoro racconta in modo eccellente, grazie ai suoi studi di archeologia, la struttura interna del Castello, il Cortile della Cisterna ed i più piccoli cortili, le colonne, i portici; insomma una spiegazione completa del complesso architettonico.

All’interno del volume sono presenti le planimetrie originali in bianco e nero della struttura ed anche riproduzioni a colori di celebri battaglie navali. Oggi il Castello nasconde segreti storici ed architettonici dell’età romana e delle epoche successive, molti sono stati svelati ma tanti altri devono ancora essere riscoperti e studiati. L’autore ringrazia profondamente il Dipartimento delle Antichità della Libia e tutti gli studiosi italiani e libici che lo hanno accompagnato nella stesura del testo e per il prezioso aiuto fornitogli.

Ginevra La Rosa