Un nuovo report dell’Organizzazione mondiale contro la tortura fornisce testimonianze e informazioni sugli omicidi, anche sotto tortura, avvenuti negli ultimi due anni in Libia. Dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi nell’ottobre 2011, il paese nordafricano è caduto in uno stato di illegalità, in cui tortura, sequestri, ricatti e omicidi si registrano nella più totale impunità.

“I casi che abbiamo potuto documentare rappresentano solo la punta dell’iceberg”, ha affermato Gerald Staberock, segretario generale dell’OMCT, nel comunicato stampa pubblicato sul sito web dell’organizzazione. “Le uccisioni extragiudiziali di civili indifesi, spesso accompagnate da orribili torture, sono ora endemiche in Libia, poiché agenti governativi e milizie armate scatenano violenze indiscriminate nella totale impunità. Il mondo non può rimanere compiacente e permettere che crimini così eclatanti diventino la nuova normalità”.

Il report è il primo documento che affronta le uccisioni extragiudiziali in Libia. Si basa sulla raccolta di interviste dirette con testimoni e sopravvissuti effettuate in tutto il paese dalla Rete anti-tortura libica (LAN), un gruppo di organizzazioni della società civile. La maggior parte dei casi documentati erano civili libici, mentre altre vittime erano migranti o rifugiati di varie nazionalità, inclusi nigeriani, sudanesi e siriani.