Questo è un messaggio rivolto a tutti coloro che fanno parte dell’AIRL e che nel passato hanno sofferto tante fatiche da quando nel 1970 sono stati cacciati da un Paese che li aveva visti nascere e crescere.

Da sempre nutro amore e solidarietà per la vostra categoria e il desiderio è quello di una collaborazione e forti relazioni tra voi e il popolo libico, perché avete lo stesso amore e gli stessi sentimenti che noi abbiamo per il nostro Paese.

Al momento del rimpatrio sono stati accolti in Italia con pregiudizi negativi e ancora oggi devono lottare per ottenere il riconoscimento dei loro diritti. La Libia è rimasta nei loro cuori, quel Paese dove lavoravano e possedevano case e fattorie, e con il quale hanno mantenuto un rapporto spirituale che sopravvive dopo oltre 50anni.

Rileggendo il comunicato stampa rilasciato dall’Associazione nei giorni precedenti all’evento del 19 e 20 Novembre a Montesilvano (PE), non posso che sottolineare le intenzioni pure e i buoni sentimenti di questi gruppo di italiani nei confronti della Libia e di come hanno espresso la loro preoccupazione a causa dell’instabilità e del conflitto politico presente da oltre dieci anni nel Paese.. Le loro paure sono quelle di chi è nato e cresciuto in questa terra e la considera una casa, ancora la loro patria.

Lode anche a quanto espresso dal presidente dell’Associazione, Francesca Prina Ricotti, quando ricorda che gli italiani in Libia non solo sono portatori di una memoria storica e culturale, ma hanno anche un rapporto con il popolo libico che non ha paragoni con nessun altro. Il rapporto tra il popolo libico e quello italiano è forte e ha radici antiche.

Altresì, ci tengo a precisare che il popolo libico non nutre alcun odio o sentimento di violenza nei confronti degli italiani, anzi, la cultura italiana ha assunto un aspetto importante nella vita privata del cittadino libico e, a prova di ciò, si può portare la richiesta sempre maggiore di apprendimento della lingua italiana, soprattutto dalle nuove generazioni.

In conclusione, auguro successo all’AIRL, che ha faticato molto per raggiungere i suoi obiettivi e ha lottato per non far dimenticare quel pezzo di storia che li ha visti protagonisti. Un successo merito degli sforzi, della pazienza e della determinazione dei suoi fondatori che hanno lavorato con un’unica voce per ottenere ciò che era loro dovuto, su tutti Giovanna Ortu.

Un saluto particolare anche alla nuova presidente: una giovane donna entusiasta di ripristinare i rapporti culturali e commerciali con il mio Paese e collaborare per il bene di entrambe le parti interessate.

Un augurio speciale per il vostro futuro.

Souad Khalil da Bengasi