Lo scorso 6 dicembre la Camera dei Rappresentanti (HoR) ha approvato all’unanimità la legge per l’istituzione della Corte Costituzionale. Immediata la risposta dell’Alto Consiglio di Stato (HCS), che nelle dichiarazioni del suo Presidente, Khaled al-Mishri, ha rifiutato categoricamente l’iniziativa dell’organo legislativo con sede in Cirenaica.

Al-Mishri ha chiesto l’abrogazione della legge in questione approvata in violazione del testo costituzionale oggi vigente, degli accordi raggiunti tra i due organi negli ultimi incontri, del principio della separazione dei poteri e dell’indipendenza della magistratura. In tal senso, secondo l’HCS, qualsiasi emendamento al sistema giudiziario potrebbe avvenire solo attraverso una Costituzione consultata e approvata dal popolo o un emendamento costituzionale concordato dai partiti politici libici, in base all’accordo politico tra le fazioni rivali. Ogni dialogo tra HCS e HoR è stato sospeso fino al dietrofront di quest’ultima.

Per risolvere la crisi infinita in cui versa la Libia da oltre un decennio, il Consiglio presidenziale (CP) – guidato da Mohammed al-Menfi – ha lanciato un’iniziativa che vedrà protagonisti i tre organi attualmente presenti in Libia (CP, HoR, HCS), in coordinamento con il Rappresentante speciale Onu, al fine di avanzare nel dialogo costituzionale e concludere l’interminabile fase transitoria. Il processo, pensato dal CP, mira a raccogliere le diverse iniziative, idee e visioni avanzate dai partiti e dalle forze nazionali che attualmente si contendono il potere.