L’Atlante Geopolitico del Mediterraneo (Bordeaux edizioni) – promosso dall’Istituto di Studi Politici “S.Pio V” e dell’Osservatorio sul Mediterraneo (OSMED) e giunto alla sua nona edizione – è diventato un appuntamento annuale per tutti coloro interessati agli sviluppi politici, sociali ed economici che caratterizzano l’area che dal Marocco arriva alla Turchia. Una regione, quella mediterranea, che è diventata negli ultimi anni centro di importanti sviluppi geopolitici e geostrategici. Il Mediterraneo, infatti, è stato attraversato da profondi mutamenti strutturali che, da diverse prospettive, riflettono quelle che sono le principali sfide all’ordine internazionale.

La perenne instabilità in Libia e Siria, il “tracollo democratico” della Tunisia, gli infiniti problemi interni dell’Egitto, la questione palestinese e il ruolo di Israele, la posizione della Turchia nello scacchiere regionale, queste sono solo alcune delle tematiche che il volume – curato da Francesco Anghelone e Andrea Ungari – tenta di analizzare e rendere fruibile anche per i non addetti ai lavori. Al complicato puzzle si aggiunge la maggiore attenzione di alcuni attori esterni, Cina e Russia su tutti, ma anche i Paesi del Golfo. Il vuoto lasciato negli ultimi anni dagli Stati Uniti, infatti, ha permesso a Mosca e Pechino di inserirsi e provare a colmare gli spazi. La Russia ha aumentato la sua presenza militare, intensificando i rapporti con Paesi come Algeria ed Egitto, ma anche assumendo un ruolo particolare nel complicato dossier libico. La Cina, invece, è sempre più attiva attraverso mezzi economici e di soft power al fine di rafforzare la sua presenza e massimizzare i profitti.

Tra le schede dei vari paesi, Mario Savina (da anni collaboratore dell’AIRL) ha redatto quelle che riguardano la Libia e la Tunisia. All’interno del volume sono presenti, inoltre, un saggio di Karim Mezran che analizza la complicata situazione nell’ex Jamāhīriyya e il suo travagliato processo verso una stabilizzazione definitiva. Il quadro politico e le imminenti elezioni in Turchia, attore tra l’altro molto interessato alla questione libica,  vengono analizzate invece nel saggio di Francesco Anghelone, così come il ruolo della Nato nella regione e il tema del radicalismo islamico sono trattati, rispettivamente, da Marcello Ciola e Francesco Alicino.

Per concludere, le sfide regionali e internazionali meritano un’attenta lettura e in questo l’Atlante può essere uno strumento utile per meglio districarsi nel complesso quadro del Mediterraneo e comprendere tematiche e questione che riguardano, strettamente, anche l’Italia.