Comunicato del 17 settembre 2001

Nelle notizie di agenzia che riferiscono di un Gheddafi cauto, pronto addirittura a collaborare con l’America, dopo i gravissimi attentati in USA, l’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia vede uno spiraglio in un mare di orrore.
“La devastazione che quegli aerei hanno provocato non ha raggiunto solo il Pentagono e le Twin Towers, ma la coscienza di ciascuno di noi.-afferma Giovanna Ortu Presidente dell’AIRL- e i rimpatriati, fin dal primo momento, hanno seguito le notizie di stampa con particolare attenzione alla posizione della Libia cui in passato erano stati collegati tanti attentati anche arditi come quello all’aereoporto di Fiumicino con i missili puntati sulla pista.
Un atteggiamento connivente di Gheddafi oggi, avrebbe potuto alimentare sensi di colpa nelle Istituzioni Italiane che pochi anni fa si erano adoperate per “sdoganare” il Colonnello facendo da tramite con gli USA per la fine dell’embargo, presupposto per l’avvenuta “normalizzazione” dei rapporti italo-libici.
Fermo restando il nostro impegno per ottenere definitiva giustizia, dopo la perdita di tutti i beni e l’espulsione dalla Libia, -conclude G. Ortu-, accogliamo con sollievo le parole del leader libico.
Ogni paese che, anche in contraddizione con la propria storia recente, si sottrae alla logica dell’intolleranza e della guerra santa per unirsi al desiderio di giustizia del mondo civile, rende meno lontano il traguardo della pacifica convivenza tra i popoli.