Comunicato stampa del 20 marzo 2011
Aiutare concretamente il Popolo Libico a liberarsi dal quarantennale giogo di una dittatura sanguinaria, come il Governo Italiano sta facendo nel quadro della risoluzione ONU, è il modo giusto – proprio nel centenario della nostra guerra all’impero ottomano, per riparare presunte “ colpe coloniali ” pretestuosamente ricordate da storici e opinionisti non sempre in buona fede.
Quando i cittadini libici saranno ritornati padroni del loro destino, grazie alla partecipazione attiva anche del nostro Paese – come il Ministro La Russa ha orgogliosamente puntualizzato – potranno impostare su nuove basi il rapporto Italia Libia correggendo le troppe ambiguità del “ trattato storico” del 2008.
Questo è il commento di Giovanna Ortu, Presidente dell’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia che così prosegue: “Ci fidiamo talmente dell’autenticità delle ragioni degli insorti che, contando sulla loro vittoria, pensiamo di affidare proprio a loro il giudizio sulla nostra permanenza in quella terra nel periodo del Regno Senussita.
Naturalmente noi non chiederemo mai alla nuova Libia la restituzione di quanto ci è stato illecitamente tolto da Gheddafi nel 1970 perché il passato non ritorna. D’altra parte il nostro interlocutore in tema di risarcimenti è sempre stato il Governo Italiano e dovrà seguitare ad esserlo forse con maggiore rispetto per i nostri diritti fino ad ora calpestati in nome di interessi più grandi perseguiti anche a prezzo della dignità del Paese.”
Così conclude la Ortu : ”La ritrovata unità – a parte qualche vistoso distinguo – delle nostre Istituzioni di fronte a scelte drammatiche è di buon auspicio per la riuscita dell’impresa e per il futuro dell’Italia. Ci riconosciamo pienamente nelle espressioni fiere e commosse insieme con il quale il Capo dello Stato ha accomunato due Paesi ugualmente cari a noi rimpatriati: la nostra Patria che celebra il 150° anniversario e la “ nostra ” Libia che “ va aiutata ” nel suo desiderio di pace e libertà.