Comunicato stampa del 27 agosto 2010

In occasione della visita del Colonnello Gheddafi lunedì prossimo 30 agosto, a Roma per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato italo-libico, i cittadini italiani Rimpatriati rilevano la “disparità di trattamento” loro riservata.

Infatti, se l’Italia si è affrettata a esaudire tutte le richieste libiche contenute nel Trattato, se le nostre grandi aziende partecipano alla gara bandita dallo Stato italiano per donare alla Libia la famosa autostrada, se i nostri colossi bancari si avvantaggiano della liquidità dei fondi libici, se l’Italia ha dovuto pagare un alto prezzo per non essere invasa da migliaia di clandestini se, insomma, gli accordi economici e commerciali tra i due Paesi paiono fiorenti, altrettanto dinamismo non è stato posto per la materiale corresponsione del simbolico indennizzo loro riservato per i beni confiscati proprio da Gheddafi ormai quarant’anni fa (valore ad oggi 3 miliardi di euro).

Dopo essersi inseriti, grazie alla volontà unanime del Parlamento, nella legge di ratifica del Trattato (legge n. 7/09, art. 4) gli aventi diritto attendono ancora che il ministro Tremonti apponga la sua firma al previsto decreto attuativo nonostante l’esiguità della cifra stanziata (150 milioni di euro in tre anni), a fronte di affari miliardari che coinvolgono aziende di Stato e non.

“Tutti i tentativi dell’ultimo anno di comprendere la mancata materializzazione di un atto dovuto sono rimasti finora senza esito – spiega Giovanna Ortu, presidente dell’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia -. Rilevo, d’altra parte, con comprensibile soddisfazione che, questa volta, il nostro Governo si è ricordato di noi, invitandomi alla cerimonia che avrà luogo lunedì 30 agosto presso la Caserma dei Carabinieri Salvo d’Acquisto.”

“L’Associazione ricorderà a breve il quarantesimo anniversario del nostro doloroso rientro in patria con un convegno che avrà luogo presso il Museo storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle il prossimo 10 ottobre – conclude Giovanna Ortu -. Cogliamo l’occasione per invitare fin d’ora un rappresentante della Giamahiria libica al nostro incontro che, proprio per rinnovare il clima di ritrovata serenità tra i due Paesi, sarà focalizzato sulla componente umana ed emotiva dell’espulsione. Sarà l’autorevole intervento del Professor Alessandro Meluzzi che, in quella sede, ci aiuterà a trovare la strada per una definitiva elaborazione del lutto.”