Comunicato stampa del 13 giugno 2009
L’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia, al termine della visita di Gheddafi a Roma, tiene a precisare di ritenersi umiliata dall’atteggiamento tenuto ancora una volta dal nostro Governo nei suoi confronti.
Nell’ambito della ritrovata amicizia tra Italia e Libia, seguita alla firma dello storico accordo del 30 agosto 2008, con conseguente rilancio di vantaggiose intese economiche tra i due Paesi, è deplorevole che non si sia ritenuto necessario inserire nell’agenda ufficiale terminata ieri un incontro con una rappresentanza dei Rimpatriati italiani che hanno subito la confisca dei beni e l’umiliazione della cacciata.
“Dopo l’interessamento della Presidenza della Repubblica – spiega Giovanna Ortu, Presidente dell’AIRL -, l’Ambasciatore Gaddur mi aveva sollecitato a fargli pervenire un elenco di nominativi per l’incontro di sabato mattina, autonomamente organizzato dal Cerimoniale libico contattando privatamente singole persone nate a Tripoli. L’elenco è stato fornito, gli inviti previsti non sono arrivati, per cui l’Associazione non ha partecipato.”
“Per noi Rimpatriati questa è solo l’ultima delle tante mortificazioni subite – conclude la Ortu -; chiediamo tuttavia al nostro Ministero degli Esteri che ci venga fornito almeno il discorso del Colonnello il quale, al di là delle manifestazioni di amicizia verso i presenti, avrebbe fatto anche rivelazioni scioccanti sulle modalità della nostra espulsione.”