Ansa, 3 ottobre 2008

“Il ministro Frattini, dopo aver risposto evasivamente alle interrogazioni rivoltegli ieri dal senatore Belisario sui risarcimenti dovuti agli italiani per i beni confiscati da Gheddafi affermando in sostanza che l’aver ottenuto per loro la fine della discriminazione in tema di visti turistici era un risarcimento piu’ che sufficiente, ha rincarato la dose nelle successive dichiarazioni rese alla stampa con cattiveria ma soprattutto con palese ignoranza. I rimpatriati, gia’ esterrefatti per le continue contraddizioni del ministro in materia, contestano ogni sua parola, ritenendola lesiva della loro dignità”. Lo dichiara Giovanna Ortu, presidente dell’Associazione italiana rimpatriati dalla Libia(Airl), in merito alle affermazioni di ieri del titolare della Farnesina sul trattato italo-libico e sulla questione degli indennizzi per i connazionali ‘cacciati’ dalla Libia negli anni ’70. Circa il valore delle proprieta’ confiscate agli italiani, Ortu sostiene che “il ministro non sa, ed e’ grave, che gia’ prima della confisca l’ambasciata italiana di Tripoli aveva inventariato tutte le proprieta’ italiane e che all’indomani dell’espulsione una missione interministeriale si era recata a Tripoli per mettere a punto una relazione che e’ stata la base per la corresponsione di un modesto acconto in attesa di accordi internazionali”. “Il ministro – prosegue la presidente dell’Airl – non sa, ed e’ ancora piu’ grave, che da oltre 36 anni due funzionari del suo ministero fanno parte della commissione interministeriale che corrisponde quei modesti acconti. Frattini non sa, ed e’ gravissimo, che presso il ministero del Tesoro vi sono 6.000 fascicoli di pratiche accertate per molte delle quali la stima inadeguata e’ stata oggetto di ricorso vittorioso presso la magistratura ordinaria”. “Il ministro non sa – sottolinea ancora Ortu -, ed e’ incredibile, che i documenti forniti dall’associazione con tutti i prospetti degli acconti percepiti e del saldo ancora dovuto, sono state redatte da autorevoli commercialisti e attendono di essere validamente confutati. Quanto al tempo necessario, dato che attendiamo da 38 anni, possiamo attendere piu’ di un giorno, ma certo non oltre la ratifica del Trattato con il quale Berlusconi ha venduto a Gheddafi il nostro credito”. “Ma il fondo di tutto – conclude – resta il dolore per le offese gratuite che nessuno, nemmeno un ministro, puo’ permettersi di farci”.