Adnkronos, 27 settembre 2008
“Rivendichiamo il diritto di essere ricevuti dal Presidente del Consiglio per poter ottenere assicurazioni in merito agli indennizzi che ci sono dovuti. Questo deve accadere prima della ratifica
parlamentare dell’accordo di amicizia, partenariato e collaborazione con la Libia”. Lo dichiara all’Adnkronos la presidente dell’Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia Giovanna Ortu. L’associazione ha promosso da martedì, davanti alla sede del Governo a Palazzo Chigi, un presidio permanente costituito da due persone che si alternano ogni tre ore, per dodici ore consecutive. “La nostra iniziativa – aggiunge Giovanna Ortu – non è contro la persona di Silvio Berlusconi, ma contro un governo che ha firmato un accordo con Gheddafi senza prima ascoltarci e senza fornire le giuste garanzie di risarcimento per le violazioni che abbiamo subito nel 1970, anno della nostra espulsione dal paese nordafricano”.”Voglio peraltro ricordare -prosegue la presidente dell’Associazione Italiana dei Rimpatriati dalla Libia – che il testo dell’accordo è frutto di un lavoro bipartisan, essendo stato preparato dall’esecutivo precedente l’attuale, anche se rammento che Massimo D’Alema mi manifestò diverse perplessità in merito. Non è mia intenzione condurre la politica estera del Paese, ma metto in evidenza che nel ’70 abbiamo perduto tutto, un enorme patrimonio morale, affettivo, economico: ci sono stati confiscati beni per 400 miliardi di lire dell’epoca, circa 3 miliardi di euro di oggi. Siamo 20mila persone prive di qualsiasi protezione da parte del nostro governo, ci sentiamo veri capri espiatori di decisioni assunte senza ascoltarci. Abbiamo compiuto molti passi istituzionali, senza però ricevere una risposta dal premier”.E sottolineo anche che la presenza di molti italiani e nostri antenati in Libia risale al 1865, decenni prima della colonizzazione del 1912 e del periodo fascista”.”Io non sono affatto contro la stipula dell’accordo con Gheddafi nè contro la Libia; pretendiamo di essere trattati come persone che meritano rispetto. Peraltro voglio segnalare che l’esatto contenuto del patto non è stato ancora conosciuto nè reso noto, alimentando le versioni più disparate e contrastanti su di esso. E’ un diritto dei cittadini, non solo di quelli direttamente coinvolti nella vicenda in esame, averne piena cognizione: a questo proposito comunico che un ufficiale giudiziario notificherà alla Presidenza del Consiglio un’istanza per la consegna dell’accordo, per renderne trasparente il testo all’opinione pubblica”.