Comunicato stampa del 30 marzo 2006

L’ AIRL (Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia) e l’ AIRIL (Associazione Italiana per i Rapporti Italo-Libici) tramite il loro legale hanno notificato al Presidente del Consiglio unaDiffida formale ad adempiere , affinché non provveda al pagamento in favore della Libia di alcuna somma a qualsiasi titolo ed in particolare a titolo di risarcimento dei danni di guerra dalla stessa avanzati, se non dopo aver provveduto all’integrale soddisfazione dei crediti e dei diritti vantati dagli aderenti delle due associazioni.

Così hanno spiegato le ragioni di questo atto i Presidenti dei due sodalizi.

Leone Massa in rappresentanza delle aziende italiane creditrici del Governo libico: «I crediti delle imprese italiane, accertati dal MAE, supportati da sentenze delle Corti libiche o con depositi presso banche di quel paese, a distanza di oltre vent’anni sono tuttora in sofferenza, nonostante quanto stabilito dal comunicato congiunto del 1998 e ribadito nell’accordo bilaterale sottoscritto da Berlusconi e l’omologo Shamek in presenza di Gheddafi il 28 ottobre 2002. La data limite per il pagamento del 31 marzo 2003 è trascorsa senza un nulla di fatto e gli incontri successivi del comitato misto, appositamente costituito, sono miseramente naufragati. Il futuro Presidente del Consiglio, eletto dalla maggioranza degli italiani, è chiamato ad onorare i crediti delle aziende italiane, prima di compiere eventuali gesti significativi nei confronti della Libia a chiusura del contenzioso coloniale».

Giovanna Ortu in rappresentanza dei rimpatriati italiani che hanno subito nel 1970 la confisca di tutti i beni: «Persino Gheddafi ha sempre dichiarato che i beni sono stati espropriati agli italiani non per rappresaglia contro i singoli, ma come acconto per le responsabilità derivanti dalla colonizzazione . Anche nella recente intervista a Sky TG 24, il Colonnello ha indicato nel Governo italiano il responsabile del risarcimento dovuto ai rimpatriati. Il Governo Prodi, con l’accordo del 1998, rinunciò definitivamente a pretendere un risarcimento dal Governo libico per i beni confiscati. Il Governo Berlusconi, a partire dal 2001, ha posticipato di anno in anno lo stanziamento per un provvedimento definitivo in nostro favore. Il lodevole impegno profuso per eliminare la discriminazione in tema di visti turistici per la Libia, non ha sortito alcun esito e comunque il riconoscimento di questo importante diritto non può essere barattato con il valore delle nostre case, delle nostre cose e della nostra dignità».

Puoi scaricare la Diffida notificata al Presidente del Consiglio per conto dell’AIRL a cura dello Studio Legale Romano:

Diffida PCM AIRL

Relata di Notifica della Diffida PCM AIRL