Comunicato del 26 febbraio 2004

Alla vigilia del viaggio odierno di Romano Prodi a Sirte per il vertice euro-africano e nella prospettiva di una possibile visita del colonnello Gheddafi a Bruxelles, l’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia ha inviato una lettera al Presidente della Commissione europea, per comunicargli “la sorpresa e il forte nervosismo della collettività” e preavvertirlo, nel caso in cui l’invito a Gheddafi si concretizzasse “delle inevitabili reazioni di protesta che ne scaturiranno”. La lettera ricorda i pesanti sacrifici tuttora sofferti dagli italiani espulsi e depredati dei beni, mentre il processo di normalizzazione bilaterale si è trasformato in un “ricatto continuo verso l’Italia, giustificato da un ossessivo richiamo alle cosiddette colpe coloniali del nostro Paese”. 
“Tengo quindi ad informarLa doverosamente ed ufficialmente, per ogni futuro sviluppo -prosegue la lettera della presidente dell’Airl Giovanna Ortu- che a tutt’oggi, nonostante gli specifici impegni assunti dallo stesso Gheddafi il 28 ottobre 2002 nel suo incontro con il Presidente del consiglio italiano, le autorità consolari libiche continuano a rifiutare la concessione del visto ai cittadini italiani nati in Libia. Le chiedo se questa crudele discriminazione e violazione di un fondamentale diritto umano, sia compatibile con i principi ispiratori dell’Unione europea e quindi con l’accoglienza che la Commissione ai suoi massimi livelli si prepara a dare al responsabile politico di un simile misfatto”.