La notizia della morte improvvisa di Valentino Parlato è stata accolta con dolorosa incredulità anche dai Rimpatriati dalla Libia, in primis da Giovanna Ortu, Presidente di AIRL Onlus: “Avevo sentito al telefono Valentino solo quattro giorni fa e ieri sera gli avevo mandato un messaggio per concordare di vederci lunedì 9, davanti a un piatto di cous cous. Nulla nella nostra conversazione mi aveva indotto a pensare che questo progettato incontro… restasse senza seguito! L’unica consolazione è che pare se ne sia andato senza rendersene conto”.

Parlato era un espulso ante litteram, costretto da re Idriss a lasciare la Libia, dove era nato nel 1931, vent’anni prima di tutti gli altri, in condizioni altrettanto ingiuste di quelle subite dagli italiani nel 1970 ad opera di Gheddafi.

Nel corso degli anni le strade, sua e dell’AIRL, si sono spesso incrociate: più volte il fondatore de Il Manifesto ha partecipato a iniziative dell’Associazione, accolto sempre con affetto, per il passato comune, e con ammirazione, per la sua straordinaria intelligenza; anche quando la sua particolare visione degli eventi accaduti in Libia suscitava nel pubblico un vivace contraddittorio.

Nel 1990, ad esempio, in occasione del convegno organizzato dall’AIRL per il ventennale della cacciata, Valentino Parlato così si esprimeva sul ruolo dell’informazione nei rapporti tra Italia e Libia: “Per la prima volta partecipo a una cosa del genere, con un senso anche di nostalgia; ma di nostalgia in senso buono, nostalgia per la vita passata, […] quelle tipiche nostalgie dei pieds noir”

In quella stessa occasione, riferendosi al dibattito con altri colleghi, insisteva sul ruolo della stampa e dell’informazione che “non debbono cercare di annaffiare alberi storicamente morti, anche nella coscienza di ciascuno di noi, quale il sogno coloniale”, perché si tratta “di una mentalità revisionistica assurda”.

Nei tanti rimpatriati, amici e conoscenti, vive l’immagine del professionista coerente, dell’amico affettuosamente ironico e dell’uomo… con l’eterna sigaretta in bocca.