“Italiani di Libia: conti in sospeso” è il titolo del convegno organizzato dall’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia Onlus che si terrà sabato 28 settembre, alle ore 11, presso il Museo delle Civiltà di Roma Eur.

A quasi cinquant’anni dal rimpatrio forzato ad opera del Colonnello Gheddafi, gli ex residenti italiani non possono ancora mettere la parola fine sulla vicenda dolorosa che li ha visti coinvolti nel 1970.

Da una parte perché, a livello emotivo, devono prepararsi al cinquantenario del 2020 superando ricordi e nostalgie ma anche la preoccupazione per la situazione attuale, di disperato sacrificio patito dalla popolazione libica a causa dell’incendiario conflitto interno tra Haftar e Serraj.

Dall’altra, molto più concretamente, hanno tuttora in atto un contenzioso con il Ministero dell’Economia il quale – dopo aver impiegato ben dieci anni a liquidare gli indennizzi agli aventi diritto -, ha indebitamente trattenuto il 10 per cento dello stanziamento, già insufficiente, previsto dalla legge 7/09 art. 4, norma che li risarciva, in minima parte, dei 3 miliardi di euro (attualizzati) di beni confiscati loro dalla Jamahirya libica.

Giovanna Ortu, presidente di AIRL Onlus, specifica: “Abbiamo sempre considerato il Governo italiano responsabile dell’indennizzo per i beni perduti, in quanto la nostra permanenza in Libia era garantita da un trattato internazionale (legge di ratifica n. 843/1957), violato da Gheddafi senza che l’Italia ricorresse alla prevista clausola arbitrale, sacrificando il nostro buon diritto in nome degli interesse dell’Eni e della Fiat”.

Il convegno sarà l’occasione per approfondire i prossimi passi in vista dell’importante anniversario e concertare con uno studio legale le iniziative da intraprendere per veder riconosciuto il diritto ad un equo risarcimento; e per illustrare i progetti culturali e di salvaguardia della memoria ideati assieme al prestigioso Museo delle Civiltà, con il quale AIRL Onlus ha in essere una convenzione per una mostra fotografico-antropologica da presentare nel 2020.

 

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