Repubblica.it/ Ansa – 19 Maggio 2014

Il governo uscente libico ha ceduto alle richieste del generale Khalifa Haftar. Il premier dimissionario Abdullah al-Thani, ha chiesto al Parlamento di annullare l’elezione del suo successore Ahmed Maiteeq e di procedere a scegliere un’altro candidato per la carica. Il governo ha chiesto allo stesso tempo al General National Congress (Gnc) di sospendere i lavori fino a nuove elezioni dopo aver approvato in settimana il bilancio 2014 e ha convocato elezioni anticipate per il 15 agosto.
Un clima teso che ha spinto l’ambasciata d’Italia a Tripoli a chiedere a tutti i connazionali registrati nel Paese di valutare l’eventualità di un rientro in Italia alla luce “dell’ulteriore instabilità con ripercussioni sulla sicurezza”. L’ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi ha ricordato che un avvertimento simile è già stato diramato almeno altre due volte e che si tratta di un normale procedura precauzionale che è normale adottare quando la situazione in un Paese rappresenta ulteriori elementi di tensione. L’ambasciatore ha comunque confermato che i diplomatici italiani non si stanno risparmiando per i nostri connazionali: “Ci sono 1.200 persone, tra italiani e italo-libici: siamo in contatto con tutti e per il momento non registriamo alcuna criticità”, avverte l’ambasciata pur senza evocare la necessità di un’evacuazione .
In Libia è caos, dopo i ripetuti scontri tra forze militari laiche e miliziani islamisti. Nell’attacco portato iericontro l’assemblea legislativa, due persone sono rimaste uccise e altre 55 ferite. Protagoniste del blitz, forze leali al generale Khalifa Haftar, ex fedelissimo di Gheddafi che, secondo le autorità libiche, sarebbe sostenuto dalle due milizie al-Qaaqaa e Sawaaq, le più grandi di Tripoli, nonostante operino sotto il mandato del governo. Oggi si sarebbero schierati per Haftar anche i militari dell’aviazione di stanza a Tobruk, nell’est del Paese. E oggi il comandante delle forze speciali di Tripoli, Wanis Bukhamada, ha annunciato di essersi unito all'”operazione dignità” lanciata la settimana scorsa a Bengasi dal generale in congedo Haftar.
Da un post apparso sulla pagina Facebook ufficiale dell’ufficio stampa del capo di Stato maggiore libico, il capo dell’esercito della Libia, Nouri Abu Sahmain, ha firmato un ordine che prevede il dispiegamento a Tripoli del gruppo di potenti milizie ‘Scudo centrale della Libia’, a guida islamista, per fronteggiare “tentativi di prendere il potere”. Mossa che, dopo l’assalto al Parlamento delle forze leali al generale Haftar, sembra aprire a una possibile resa dei conti fra le milizie, che provengono dalle regioni occidentali e centrali della Libia, e i soldati anti-islamisti alleati con Haftar. Per i Fratelli musulmani libici, invece, il generale Haftar “è un golpista che va assicurato alla giustizia”. 
A Tripoli la situazione resta tesa, anche se gli spari lungo la strada dell’aeroporto si sono attenuati. Le autorità sembrano determinate a far passare il messaggio che le attività procedono come al solito. Intanto, uomini armati hanno attaccato la base aerea di Benina, nella città di Bengasi, ma nessuno sembrerebbe essere rimasto ferito. Di questo attacco il colonnello Saad al-Werfalli accusa gli islamisti radicali e definisce “la situazione finora non grave”. In ogni caso, le autorità hanno esteso la chiusura dell’aeroporto di Bengasi fino al 25 maggio.

Un attacco armato contro la sede del Parlamento libico, a sud di Tripoli. Colpi d’arma da fuoco, esplosioni, fumo nero dall’Aula

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    Un attacco armato contro la sede del Parlamento libico, a sud di Tripoli. Colpi d’arma da fuoco, esplosioni, fumo nero dall’Aula
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    Gli imprenditori italiani in Libia. L’instabilità ha avuto evidenti riflessi sullo svolgimento di Lybia Build, fiera a cui partecipano un’ottantina di imprese italiane, appena iniziata. Anche l’Eni sta monitorando la situazione e opera “con continua attenzione alla sicurezza del personale”.
    Le reazioni internazionali. Alla luce della situazione, il governo algerino ha chiuso la frontiera con Tripoli e ha ordinato ai dipendenti della sua compagnia petrolifera nazionale, la Sonatrach, di rientrare. La Ue, tramite il portavoce di Catherine Ashton, responsabile della diplomazia dell’Unione, si è detta “profondamente preoccupata”. Nella dichiarazione, la Ashton “deplora la perdita di vite umane a Bengasi e Tripoli”, ma non prende posizione sull’attacco al Parlamento.
    Secondo il premier Matteo Renzi, “la vicenda libica non si risolve se non per via internazionale”.  Si tratta di una “priorità assoluta”, perché dalla Libia “proviene circa il 96% degli sbarchi nelle nostre coste”. “L’Italia è pronta a fare la propria parte”, consapevole che la Libia “è il problema più forte nel Mediterraneo”, ha detto il premier.

Redazione