Asipress – 30 Ottobre 2013

Appello agli italiani rimpatriati dalla Libia. Il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali ha lanciato una ricerca su scala nazionale. Storia dell’emigrazione, problemi dell’integrazione, aspettative, dinamiche e interazioni sociali, e infine il rimpatrio obbligato, nel 1970, con la confisca dei beni ad opera del regime Gheddafi.

Sono questi i temi contenuti nel questionario a risposta aperta che il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Universita’ “Gabriele d’Annunzio” ha avviato su scala nazionale in collaborazione con l’Airl, l’Associazione italiana rimpatriati dalla Libia.

Presentata nel convegno nazionale svolto lo scorso 6 ottobre a Roma, presso l’Universita’ urbaniana, la collaborazione si traduce in un questionario realizzato dall’e’quipe di ricerca della Cattedra di Storia Contemporanea.

E’ in distribuzione fra i rimpatriati iscritti all’Airl e mira a raggiungere anche quegli italiani non censiti, per un lavoro mai svolto prima di conservazione della memoria di una storia italiana poco e mal raccontata.

Il primo degli eventi programmato a tal fine avra’ luogo presso l’Universita’ nel mese di dicembre, con un convegno aperto a tutti i rimpatriati italiani dalla Libia. Gli Italiani rimpatriati che volessero partecipare alla ricerca possono contattare il DILASS allo 0871/3556500 o scrivere a info.lettere@unich.it.

 “Il questionario e’ uno strumento per ricostruire e salvaguardare la memoria dell’esperienza vissuta di coloro che hanno scritto una parte dimenticata della storia degli Italiani in Libia – spiega il direttore del Dipartimento prof. Stefano Trinchese – E’ una vicenda poco raccontata, molto sofferta e pressoche’ sconosciuta. Arricchiremo cosi’ il patrimonio delle fonti orali disponibile per gli studiosi, ricollocando nella corretta dignita’ umana e storica gli eventi compresi tra il 1938 e il 1970. Le risposte lasciano spazio alle suggestioni ed emozioni che i ricordi dovessero suggerire, intorno a cio’ che definiremmo il vissuto personale in terra libica”.