La Stampa – 17 Febbraio 2012

Con una cerimonia ufficiale dal programma top secret per questioni di sicurezza, Bengasi celebrerà questa sera l’anniversario dello scoppio della rivolta che ha portato, il 24 agosto, al crollo del regime di Gheddafi. Tutto ebbe inizio con la «Giornata della collera» nella quale migliaia di bengasini scesero in piazza per chiedere la liberazione dell’attivista per i diritti umani Fathi Terbil, arrestato due giorni prima. Il regime soffocò nel sangue la protesta. Fu la scintilla che ha incendiato per otto mesi la Libia e messo fine a 42 anni di Gheddafi. Ma la transizione resta difficile. Il Cnt è nel mirino per la lentezza con cui gestisce il processo democratico e la vicinanza con esponenti del vecchio regime

La scintilla. Sui muri i volti dei martiri

Un anno fa. Come al solito le notizie dalla Libia arrivavano confuse. Ma a me, in quelle ore, fu subito chiaro che era la ribelle Cirenaica a creare problemi al Colonnello Gheddafi. Una settimana dopo i primi bagliori della rivolta sbarcai a Tripoli. Ma era come se avessi sbagliato luogo in quelle prime ore di rivoluzione. L’emozione più forte è infatti arrivata un mese più tardi quando, dopo un’attesa durata dieci anni, sono arrivato a Bengasi nel cuore della ribellione. Due giorni prima l’aviazione francese mandata da Sarkozy aveva salvato la città e i bengasini, bombardando i carri armati di Gheddafi che erano entrati alla periferia del capoluogo della Cirenaica. Che emozione il muro del pianto. Piazza della Rivoluzione. Le foto dei martiri del regime, degli scomparsi, dei torturati dal regime, dei detenuti (1270) di Abu Salim massacrati perché chiedevano di essere processati. A Bengasi Gheddafi mi è apparso per la prima volta con la sua vera identità: un dittatore crudele e folle.

Guido Ruotolo